0
26/01/2017 nazionali

Iter riforma delle pensioni

Fermo restando che vi è tuttora incertezza sull’orientamento dei Ministeri vigilanti circa l’impianto della riforma varata lo scorso 28 settembre, il che certo non aiuta a fare chiarezza, intendiamo esprimere di nuovo, come abbiamo sempre ribadito in tutte le sedi, la nostra convinzione sui seguenti punti:

a) gli effetti della lunghissima crisi dell’editoria non vanno fatti ricadere solo sui giornalisti e sull’Inpgi stesso, come ottusamente si è verificato in questi ultimi anni in cui le casse dell’istituto di previdenza sono state considerate dei bancomat cui attingere nelle crisi aziendali, reali o prospettiche.

b) l’Inpgi va salvato, mettendo in atto ogni iniziativa ragionevolmente utile per mantenere l'attività dell’istituto previdenziale dei giornalisti su binari ordinari. Tutto ciò anche consolidando le solidarietà personali, generazionali e di categoria. 
E’ vero che i diritti acquisiti sono assolutamente da difendere, ma tale esercizio è concretamente possibile solo quando tutti hanno diritti per lo meno paragonabili e sussistono condizioni consone da non pregiudicare l'intero sistema. Provvedimenti necessari non solo per erogare le pensioni, ma anche per mantenere il welfare che in tutti gli anni passati è stato garantito e che ora l'Istituto si vede costretto a ridimensionare.

c) anche all’interno dell’Inpgi sono necessarie decisioni organizzative e strutturali così da aiutare a contenere il deficit.
Infine il Sigim ed il Gruppo Marche Ungp invitano la Fnsi a vigilare affinché le provvidenze previste a favore degli editori, e contenute nella recentissima legge di riforma, siano utilizzate per rafforzare davvero il settore dell’informazione. Anche attraverso maggiori controlli sull’utilizzo nelle redazioni di pensionati e garantendo maggiori certezze ai precari.
 
PierGiorgio Severini
(Segretario SiGiM)
                                         
Giovanni Giacomini
(Presidente Gruppo Unpg Marche)


Ps. Per dare più forza al documento, sarebbe il caso di sostenerlo anche con le firme in calce del maggior numero di colleghi possibile.