Carlino, Giorno e Nazione: sciopero contro i tagli
Il Coordinamento dei Cdr della Poligrafici Editoriale ha proclamato due giorni di sciopero di tutte le testate del gruppo, carta e web, per domani, martedì 27 settembre, e mercoledì 28 per respingere il drastico piano di riorganizzazione presentato dall'azienda e direttori.
«Il Coordinamento – spiega una nota dei Cdr – aveva accettato di incontrare azienda e direttori per discutere un progetto complessivo di rilancio e, invece, non solo l'azienda ha confermato di voler pesantemente ridimensionare il giornale del lunedì e, di conseguenza, le presenze domenicali, ma ha anche presentato ulteriori gravissimi tagli».
Nonostante negli ultimi due anni l’azienda «abbia rottamato 63 giornalisti – scrivono i Comitati di redazione di Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, Il Giorno, La Nazione e Q.Net - attraverso prepensionamenti e pensionamenti, attingendo a piene mani da fondi pubblici, ha intenzione di tagliare ulteriormente il corpo redazionale negando a 44 giovani colleghi di essere assunti a tempo indeterminato, in barba ad accordi firmati al ministero del Lavoro».
Il rilancio del mondo dell'editoria «passa attraverso un'informazione di qualità che non si può garantire se quotidianamente ai giornalisti vengono chiesti ulteriori sacrifici, stracciando intese frutto di mesi di trattative e senza presentare reali piani di rilancio che non siano meri tagli ragionieristici», concludono i Cdr del gruppo.
Di seguito il documento inviato dai Cdr ai colleghi con i dettagli del piano presentato dall’azienda al Coordinamento.
L'azienda non intende rispettare il piano, firmato al Ministero nel giugno 2014, che prevedeva dal primo ottobre 2016 l'assunzione di 44 colleghi per coprire i posti in organico ed avere 315 giornalisti assunti a tempo indeterminato come prevedono gli accordi. L'azienda ha ribadito che non intende assumere nessun articolo 1 a tempo indeterminato nonostante negli ultimi due anni siano uscite 63 persone (32 colleghi prepensionati e altri 31 usciti per pensionamento o altri motivi). Si tratta di una grave violazione di accordi firmati con l'azienda e i direttori, un atto che delinea la loro inaffidabilità.
Il nuovo piano di riorganizzazione prevede la riduzione degli organici da 315 unità a 271. In particolare, il Qn (compreso Qnet) passerebbe da 46 giornalisti a 37, il Carlino da 102 a 91, la Nazione da 103 a 92, il Giorno da 64 a 51. Al Qn verrebbe eliminata la redazione di Roma con la trasformazione “volontaria” dei colleghi romani, milanesi e degli inviati da articoli 1 in articoli 2; al Carlino sarebbero ridotte di un'unità tutte le redazioni; alla Nazione verrebbero chiuse le redazioni di Montecatini, Pontedera, Sarzana e Livorno; al Giorno chiuderebbero le redazioni di Bergamo - Brescia, Lodi - Pavia, Lecco - Como, Varese e Sondrio che verrebbero accorpate in un super desk con 11 giornalisti a Milano e sono previsti anche significativi tagli su ufficio centrale, cronaca di Milano e Legnano. Nonostante questa catastrofica riduzione di personale, le foliazioni rimarrebbero pressoché invariate così come l'impegno richiesto per internet, insomma è stato chiesto di lavorare di più con gli organici ridimensionati drasticamente.
A questo si aggiunge la richiesta dell'azienda di confermare i tre giorni di solidarietà mensili, con una revisione al ribasso dei contratti a termine per le ferie e di procedere il prima possibile con la revisione del lavoro domenicale. Nel caso del Giorno si aggiungerebbe anche il taglio del sesto giorno.
«L'azienda – conclude il Coordinamento – motiva queste richieste con la necessità di arginare velocemente conti fuori controllo agendo anche su altri comparti della Poligrafici. I Cdr quindi hanno respinto in toto questo piano e queste richieste che mettono a serio rischio la qualità del giornale e i nostri posti di lavoro. E per questo motivo convocano le assemblee per domani alle 12 a Bologna (le redazioni esterne saranno collegate con il sistema delle audio conferenze sia per il Qn sia per il Carlino), a Milano con identità modalità, e a Firenze».