Sigim e Cronisti al fianco della collega Elisabetta Rossi
La collega Elisabetta Rossi, cronista di giudiziaria del Resto del Carlino, redazione di Pesaro, il 23 giugno ha scritto un articolo relativo a un'indagine. La vicenda, iniziata sette mesi fa, riguarda dei furti di nidi di falchetti che vengono venduti sui mercati clandestini. Dopo la pubblicazione dell’articolo è stata indagata per aver violato il divieto di pubblicazione di atti coperti da segreto, istigazione alla rivelazione di segreti d'ufficio in concorso con un pubblico ufficiale per un ingiusto vantaggio patrimoniale (da 9 euro lordi) e favoreggiamento reale nei confronti dei mercanti di falchetti.
Per questo motivo è stata sottoposta alle 7 di mattina del 27 giugno a perquisizione domiciliare da parte di agenti del Corpo Forestale. A questo si è aggiunto il sequestro del suo cellulare. Che è tuttora vigente, malgrado il tribunale del Riesame abbia annullato il 23 luglio il decreto di sequestro del telefono perché fatto per “meri fini esplorativi”.
Lo stesso collegio del Riesame ha parlato di reati “inconfigurabili” visto che la giornalista non ha riportato atti d'inchiesta e ha scritto di un'indagine cominciata a dicembre 2015 con sequestri e perquisizioni ad alcuni degli indagati, i quali dunque sono venuti a conoscenza dell'inchiesta a loro carico.
Il cellulare però non è stato riconsegnato e dopo una settimana di possesso post sentenza, il pm Sante Bascucci del Tribunale di Pesaro ha firmato un nuovo decreto di sequestro e presentato ricorso in Cassazione contro l'annullamento deciso dal Riesame. Inoltre, è stato convocato per domani, sabato 30, in Procura, il capo servizio della redazione di Pesaro Luigi Luminati come persona informata sui fatti.
Nel frattempo la giornalista Elisabetta Rossi è stata interrogata perché rivelasse la sua fonte. La collega si è avvalsa del segreto professionale che, essendo pubblicista, non gli viene riconosciuto dagli inquirenti come facoltà a cui appellarsi. Le accuse che le vengono mosse prevedono dai 2 ai 5 anni di carcere.
Ma se l'accusa di istigazione vale per Elisabetta Rossi, allora è estendibile d'ufficio all'intera categoria mondiale dei giornalisti che ogni mattina chiedono ai vari interlocutori, sia in condizioni di pace, di guerra o di golpe, di sapere segreti e novità.
Il Sigim e il Gruppo dei Cronisti Marchigiani nell'esprimere piena solidarietà alla collega Rossi intendono denunciare pubblicamente quanto accaduto e quanto sta accadendo ritenendo l'episodio gravissimo e irrispettoso dell'intera categoria.