Chiusura del Messaggero: intervengono i parlamentari delle Marche
Si chiude nel peggiore dei modi un'altra pagina di informazione in Italia. Il Messaggero abbandona la regione Marche, sopprimendo l'ultima redazione rimasta, quella di Ancona.
Dal prossimo mese di luglio oltre 40 giornalisti precari, professionisti che lavorano da anni per questa testata raccontando quotidianamente il territorio, si troveranno senza occupazione. Una situazione resa ancora più drammatica dalla tipologia dei loro contratti, vale a dire co.co.co, co.co.pro e addirittura Partite Iva. A loro va la nostra piena, sentita e incondizionata solidarietà. Solo i redattori infatti, tecnicamente gli “articoli 1”, verranno ricollocati nelle altre redazioni del centro Italia di proprietà della Caltagirone editore. Ma non i cosiddetti “collaboratori”, che riempono materialmente le pagine del quotidiano dal lunedì alla domenica compresi.
La chiusura della Redazione di Ancona contravviene agli Accordi ministeriali di crisi sottoscritti dalla Caltagirone editore che non prevedevano altri interventi, come quelli che ora si intendono adottare, sino a al termine del processo di ristrutturazione che è invece ancora in atto.
Ci auguriamo, a prescindere dalle scelte individuali di ciascuno di questi professionisti, che essi possano finalmente trovare “retribuzioni proporzionate alla quantità e qualità del lavoro svolto e in ogni caso sufficienti ad assicurare loro un’esistenza libera e dignitosa”.
Sollecitiamo nel contempo l'editore romano ad occuparsi anche di quelli che considera semplici “collaboratori”, rinunciando una volta per tutte al pagamento “a cottimo”, in assoluta antitesi rispetto alla professione giornalistica, che necessita al contrario di garanzie certe e continuità per poter essere svolta al meglio.
Nell'attesa di conoscere le sorti di questi professionisti che vivono la situazione di precarietà, auspicandone una ricollocazione sia al Corriere Adriatico sia in altri contesti del Gruppo Caltagirone, presenteremo un'interrogazione parlamentare per chiedere al Governo un impegno che dia una dignitosa soluzione al problema.
Emanuele Lodolini, Piergiorgio Carrescia, Irene Manzi, Luciano Agostini, Silvana Amati, Camilla Fabbri, Marco Marchetti, Alessia Morani, Mario Morgoni, Paolo Petrini, Francesco Verducci