CHIUDE IL MESSAGGERO. Il SIGIM: "TUTELE PER I GIORNALISTI"
Il Messaggero abbandona le Marche per la seconda volta in 25 anni. Dal 4 luglio chiuderà l'unica redazione superstite, quella di Ancona, che dallo scorso anno ha quotidianamente garantito l'uscita delle edizioni di Ancona, di Pesaro e delle Marche.
Oggi la comunicazione ufficiale dell'azienda al Cdr, una decisione ormai attesa dopo la presentazione del piano di rilancio del Corriere Adriatico, altra testata della Caltagirone Editore, che sarà venduta in abbinata alle cronache nazionali del Messaggero con nuovo formato, nuova grafica e il rilancio delle cronache locali (anche in provincia di Pesaro-Urbino).
La lettera dell'Editore è stata fatta coincidere con la scadenza del mandato sindacale del Comitato di redazione. Il Cdr del Messaggero ha dato parere negativo alla chiusura sottolineando che "mai nella discussione è stata prospettata la chiusura della redazione di Ancona".
"Troviamo incomprensibile - scrive la rappresentanza sindacale - che il Messaggero arrivi a cancellare la sua presenza nel capoluogo di una regione così effervescente come quella marchigiana. Questa decisione, una ritirata totale dal territorio dopo le chiusure di Pesaro e Ascoli, non può che impoverire ulteriormente la testata".
Il Cdr lamenta l'assenza di qualsiasi confronto mentre già si stanno intensificando le trattative per ricollocare i componenti della redazione. Probabili due o tre passaggi al Corriere Adriatico, un trasferimento a Pescara, uno a Viterbo, due o tre a Roma e un prepensionamento (di fatto concordato).
Il Sigim l'1 giugno scorso aveva chiesto al neocostituito Coordinamento sindacale della Caltagirone Editore (Messaggero, Leggo, Corriere Adriatico, Quotidiano di Puglia, Gazzettino, Mattino) di affrontare di petto la situazione viste le insistenti voci di chiusura.
Spegnere le voci delle redazioni una dopo l'altra, dopo averne distrutto il tessuto (e il venduto) con scelte sbagliate e controproducenti, non può essere - a giudizio del Sigim - una politica editoriale accettabile. Anche per questo il Sigim non aveva sottoscritto il piano di crisi al ministero del Lavoro, ritenendolo distruttivo per i territori e privo di qualsiasi contenuto di rilancio. Avevamo visto giusto.
Il Sigim chiede all'editore di non abbandonare al loro destino i 50 collaboratori storici della testata e di valutare eventuali riposizionamenti al Corriere Adriatico, il cui rafforzamento - secondo il piano presentato - potrebbe richiedere innesti anche a livello di lavoro autonomo.
Sarebbe tra l'altro una scelta economica, visto che già due cause di lavoro promosse da collaboratori del Messaggero nelle Marche hanno avuto esito deflagrante con risarcimenti nell'ordine di decine e decine di migliaia di euro.
Il Sigim (segreteria@sigim.it) è a disposizione di tutti i giornalisti del Messaggero per assistenza sindacale e legale. Nessun giornalista titolare di diritti nei confronti della testata potrà essere impunemente scaricato.
Ancona, 7 giugno 2016