SI' DELLA CAMERA A NUOVA LEGGE EDITORIA, ORA IL TESTO PASSA AL SENATO
Il Sigim comunica:
"Con 292 sì, 113 no e 29 astenuti, la Camera dei deputati ha dato il via libera al disegno di legge sul sostegno pubblico per il settore dell'editoria. “Una buona notizia per il comparto”, commentano Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della FNSI.
“In un settore ancora alle prese con gli effetti della lunga fase di recessione – osservano Lorusso e Giulietti - la revisione e l'aggiornamento di norme risalenti a epoche lontane possono contribuire a chiudere i processi di ristrutturazione aziendale ancora in corso e a porre le basi per una ripresa del mercato e dell'occupazione. In questo senso, è auspicabile che nella definizione dei criteri per l’assegnazione delle risorse pubbliche destinate al settore venga assegnata priorità assoluta alla buona occupazione, prevedendo meccanismi di incentivazione e di sostegno per le sole aziende che rispettano i contratti nazionali di lavoro e osservano gli obblighi retributivi e contributivi. Altrettanta determinazione è necessaria per mettere in campo strumenti di piena inclusione nel mondo del lavoro dipendente dei troppi giornalisti precari e sfruttati con contratti di lavoro atipici. La direzione intrapresa è quella giusta ed è quella auspicata dalla FNSI e dalle Associazioni regionali di stampa. Di questo vanno ringraziati il relatore della proposta di legge, onorevole Roberto Rampi, e tutti i deputati che hanno lavorato per mettere a punto le nuove norme. L'auspicio è che anche il Senato approvi in tempi brevi la proposta di legge per assicurare al settore il non più rinviabile rilancio".
Oltre all’istituzione del “Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione”, il provvedimento prevede deleghe al governo per la riforma della disciplina dei profili pensionistici dei giornalisti, della composizione e delle competenze del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, e la delega all’esecutivo "per la ridefinizione della disciplina del sostegno pubblico per il settore dell'editoria", da cui restano esclusi "gli organi di informazione dei partiti, dei movimenti politici e sindacali, dei periodici specialistici a carattere tecnico, aziendale, professionale o scientifico" e "tutte le imprese editrici di quotidiani e periodici facenti capo a gruppi editoriali quotati o partecipati da società quotate in borsa”.
Nel Fondo, che sarà ripartito con un decreto del presidente del Consiglio e sarà istituito nello stato di previsione del ministero dell'Economia, affluiranno: "le risorse statali destinate alle diverse forme di sostegno all'editoria quotidiana e periodica anche digitale, comprese le risorse del Fondo straordinario per gli interventi di sostegno all'editoria"; le "risorse statali destinate all'emittenza radiofonica e televisiva in ambito locale"; una quota "fino 100 milioni di euro" all'anno per "il periodo 2016-2018" delle "eventuali maggiori entrate" che arriveranno dal pagamento del canone Rai; il gettito derivante da un contributo di solidarietà dello 0,1% a carico dei redditi del mondo della raccolta pubblicitaria.
Ora il testo passa all'esame del Senato".
Ancona, 3 marzo 2016