APPROVATO DAI MINISTERI IL 75% DELLA RIFORMA INPGI. CAMPORESE: "PASSAGGIO VERSO IL RISANAMENTO"
Il Sigim comunica:
"Il ministero del Lavoro, insieme a quello dell'Economia, ha esaminato la riforma previdenziale varata dal Consiglio di Amministrazione dell'Inpgi a luglio dello scorso anno e ha approvato con "immediata esecutività" interventi per cui "troveranno da subito attuazione gli effetti finanziari della riforma in misura corrispondente al 75% del totale atteso". Così l'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti. Per quanto riguarda le altre misure il ministero, "pur esprimendo una valutazione positiva in termini di corretta collocazione delle stesse nella direzione auspicata del contenimento della spesa pensionistica ed assistenziale" ha ritenuto "necessario che l'Ente sviluppi in tempi brevi ulteriori riflessioni e approfondimenti in funzione di una maggiore incisività dei loro effetti". Per il presidente dell'Istituto, Andrea Camporese, "l'approvazione di oggi segna un passaggio decisivo nel percorso di risanamento dell'Inpgi". E avverte: "Serve responsabilità, non demagogia".
Quanto agli interventi approvati, l'Inpgi spiega che hanno avuto il via libera "l'incremento, a decorrere dal primo gennaio 2016, delle aliquote contributive Ivs, che passano da 8,69% a 9,19% (+0,5%) della retribuzione imponibile per la quota a carico dei giornalisti dipendenti e da 22,28% a 23,81% (+1%+0,53%) della retribuzione imponibile per la quota a carico dei datori di lavoro".
Il secondo punto è "l'incremento a regime, con decorrenza dal primo gennaio 2017, dell'aliquota dell'1% a carico dei datori di lavoro", destinata al sostegno della Cigs.
E ancora c'è il sì "all'individuazione della retribuzione pensionabile, per le anzianità contributive maturate a decorrere dal primo gennaio 2016, in base alla nuova quota 'E'. Tale modifica - viene evidenziato - comporta la rivalutazione delle retribuzioni in essere al solo indice di variazione dei prezzi al consumo rilevati annualmente dall'Istat, senza la maggiorazione dell'1% prevista dalla riforma Amato del 1992".
Il quarto punto riguarda "l'applicazione, a decorrere dal primo gennaio 2016, delle percentuali per il computo della pensione, in base a nuovi coefficienti di rendimento. Di conseguenza, per le anzianità contributive acquisite a decorrere da tale data, sarà applicato un coefficiente di rendimento del 2,30%, anziché del 2,66%, quest'ultimo continuerà ad essere applicato ai periodi contributivi pregressi".
Per Camporese è "importante che i ministeri vigilanti abbiano dato il via libera alle misure di immediato e forte impatto economico che porteranno ad un sostanziale miglioramento delle passività dell'Ente dovute ad una drammatica perdita di posti di lavoro e ad un aumento esponenziale dei costi di ammortizzazione sociale. Il delicato lavoro che riporterà in equilibrio i conti non può considerarsi concluso. I futuri dirigenti dell'Inpgi, che verranno eletti tra pochi giorni, dovranno esercitare la responsabilità di una ulteriore proposta sul versante della riduzione delle prestazioni". Inoltre secondo il presidente dell'Inpgi "andrà al più presto ripreso il dialogo con le parti sociali (Fnsi e Fieg) per i profili di loro competenza e per l'importanza della negoziazione contrattuale in corso".
(Ansa, 3 febbraio 2016)