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17/11/2015 nazionali

Panorama. Isolata e poi licenziata: la giornalista Ciccioli va reintegrata

Illegittimo il licenziamento della giornalista marchigiana Paola Ciccioli. Lo hanno stabilito i giudici in sede di Appello che hanno dato torto alla Mondadori ordinando il reintegro della giornalista in forza nella redazione di ‘Panorama’. E’ stata così confermata la sentenza di primo grado, impugnata dalla stessa Mondadori, che aveva già dato ragione a Paola Ciccioli. Il licenziamento in tronco della giornalista era scattato tre anni fa dopo che con una lettera critica alla direzione editoriale della Mondadori Paola Ciccioli aveva preso le distanze dal direttore di ‘Panorama’ Giorgio Mulè contestandone comportamenti e scelte tra cui alcune promozioni attuate. A questo atto era seguito un periodo nero per la giornalista, isolata anche fisicamente dagli altri colleghi, condannata all’inattività e a vedersi bocciare le proprie proposte di articoli e servizi o peggio ancora a vedersele assegnare ad altri.

Paola Ciccioli, di Macerata, è approdata alla Mondadori oltre venti anni fa, dopo un lungo periodo di lavoro ad Ancona al ‘Corriere Adriatico’ dove si è occupata prevalentemente di cronaca nera e giudiziaria. Suoi tutti i servizi sulla ‘tangentopoli’ marchigiana e sui più noti fatti di cronaca dell’epoca, come ad esempio il delitto del catamarano. Poi il salto a Milano, prima alla redazione del settimanale ‘Chi’ e poi a ‘Panorama’. Anche qui una brillante carriera fino all’arrivo alla direzione di Panorama di Giorgio Mulè.  Le divergenze tra i due risalgono al 2007, quando Mulè era a capo del settore “Attualità” del settimanale, e l’erronea pubblicazione di atti giudiziari all’interno di un articolo rischia di costare alla Ciccioli una condanna per diffamazione. “Nonostante i miei solleciti”, ricorda la giornalista, “la direzione non prese provvedimenti contro il caposervizio responsabile dell’errore. Anzi, lo stesso Mulè, una volta diventato direttore di testata, mandò la fidata collaboratrice a dirigere la redazione romana”. Il primo di una serie di comportamenti che la giornalista contesta al direttore nella lettera alla Mondadori che le costa l’isolamento. A quel punto Paola Ciccioli opta per un’aspettativa non retribuita preferendo dare fondo ai propri risparmi che subire quelle che ritiene vere vessazioni. Poi interviene il licenziamento in tronco e la causa giudiziaria con i due round a favore della giornalista.

“È stato riconosciuto un mio diritto, ma ancor di più è stato tutelato il mio dovere di giornalista di prendere sempre una posizione, a qualunque costo” commenta Paola Ciccioli. “Appare davvero sconcertante, inaudita e paradossale questa iniziativa disciplinare, tanto più perché riferita alla figura di un giornalista che sulla libertà di critica e sulla partecipazione dialettica, attività tipica dei collettivi redazionali, fonda la propria identità professionale divenendo garante di libertà della circolazione delle opinioni’’ è stata la posizione della Federazione della Stampa Italiana e dell’Associazione lombarda dei giornalisti sin dall’atto del licenziamento.

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