Disdetta Fieg al contratto. Lorusso: "Confronto aperto"
La Fieg si è avvalsa della facoltà "di dare disdetta dello stesso contratto collettivo dei giornalisti al termine della sua vigenza, e pertanto a far data dal 1 aprile 2016". Lo si legge in una nota. "La disdetta - spiega il comunicato - opererà laddove entro quella data Fieg e Fnsi, impegnati al tavolo di trattativa, non trovino un'intesa sui contenuti del rinnovo contrattuale".
Come già ribadito negli incontri preliminari all'avvio della trattativa, la FNSI ha confermato di concordare "sulla necessità di concludere il confronto in atto per il rinnovo del contratto in modo da consentirne l'entrata in vigore dal 1 aprile 2016".
È tuttavia bene precisare che la disdetta è una procedura prevista dal contratto che serve ad evitarne - come stabilito all'articolo 52 - l'automatico rinnovo di anno in anno. Questa facoltà, peraltro, è stata esercitata dalla FNSI in occasione di tutti i precedenti rinnovi, fatta eccezione per il contratto 2013-2016.
Va altresì precisato che la disdetta del contratto non significa rescissione della contrattazione collettiva, la cui validità è confermata dall'intero ordinamento giuridico e dalla stessa Costituzione, tant'è vero che la stessa FIEG ne ha confermato la validità chiedendo di intensificare il confronto per il rinnovo per far sì che il nuovo articolato contrattuale entri in vigore dal 1 aprile 2016.
"Riteniamo che si possa arrivare al rinnovo del contratto a fine marzo, attraverso un percorso costruttivo - afferma il segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso -. Deve essere però chiaro che la nostra categoria ha perso già troppi posti di lavoro e il prezzo pagato dalla categoria è stato più alto rispetto al resto del Paese in termini percentuali».
«Gli editori devono essere consapevoli - dice ancora Lorusso - che buona parte delle crisi aziendali le abbiamo pagate noi, attraverso il nostro Istituto di previdenza. Dal 2010 a fine 2014 il costo dei soli ammortizzatori sociali (solidarietà e cassa integrazione) è stato complessivamente di 400 milioni di euro. I posti di lavoro persi, nello stesso periodo, sono stati 3000, con 700 prepensionamenti».
«È un mondo in profonda trasformazione e accettiamo la sfida dell'innovazione - sottolinea il segretario Fnsi -. Discutiamo di tutto senza pregiudizi, a condizione però che il primo obiettivo del nuovo contratto sia l'aumento dell'occupazione. Dobbiamo discutere di come si allarga il perimetro occupazionale, includendo i colleghi precari, che sono già all'interno della professione ma sono privi di tutele e garanzie. Allo stesso tempo dobbiamo rafforzare le garanzie per gli autonomi».
«Sulla flessibilità bisogna intendersi - aggiunge -, riteniamo che ce ne sia già molta nel contratto. Se va declinata meglio, siamo disponibili, ma il problema è che molte aziende, anche per pigrizia, non si sono avvalse delle regole in vigore».
«Noi agli editori abbiamo posto un problema - fa sapere Lorusso -: vogliamo capire quali strategie vogliono mettere in atto per affrontare la crisi della fruizione dell'informazione professionale. Cosa intendono fare, in termini di investimenti, per fare aumentare il numero dei lettori e degli utenti in generale? È un nodo che va affrontato in un tavolo complessivo al quale deve esserci anche il governo. È necessario un intervento pubblico su questo versante, sia sulla tutela del diritto d'autore, sia sul riequilibrio del mercato pubblicitario che liberi risorse per gli attori del sistema».
(fonti Lapresse / Ansa)