Leggi bavaglio, Lorusso: “Si mina la libertà”
C'è un filo che unisce i provvedimenti al momento in discussione in parlamento su riforma Rai, riforma della diffamazione e intercettazioni: il tentativo di certa politica di rendere meno libera la stampa, limitare il diritto di cronaca e scoraggiare i giornalisti dal compiere il loro dovere. "È un tentativo da respingere al mittente", è il monito del segretario della FNSI, Raffaele Lorusso.
"La riforma della Rai, la proposta di legge sulla diffamazione a mezzo stampa e il ddl sulle intercettazioni hanno un minimo comune denominatore. In tutti e tre i casi è infatti chiaro il tentativo di introdurre, neanche tanto surrettiziamente, norme che rendano meno libera la stampa, limitino il diritto di cronaca e scoraggino i giornalisti dal compiere il loro dovere, ossia cercare e pubblicare notizie nell'interesse esclusivo dei cittadini ad essere informati". Lo afferma Raffaele Lorusso, segretario generale della FNSI.
"Il caso della norma bavaglio contenuta nel ddl sulle intercettazioni - osserva Lorusso - è soltanto l'ultimo di una lunga serie di episodi che confermano la volontà di buona parte della classe politica, in modo assolutamente trasversale, di regolare i conti con i giornali e con i giornalisti con l'obiettivo di avere una stampa addomesticata e sottomessa al potere. È un tentativo da respingere al mittente".
Il segretario della FNSI lancia poi un appello al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, affinché "faccia seguire alle parole i fatti - scrive Lorusso - e mantenga l'impegno di cancellare dal ddl sulle intercettazioni la vergogna di un emendamento che umilia la tradizione democratica del nostro Paese, prima ancora dei giornalisti" e alle forze politiche, auspicando che "ritrovino la dignità e l'orgoglio per cancellare dalla proposta di riforma Rai e dalla legge sulla diffamazione, approvata alla Camera, tutti quei passaggi che tendono chiaramente a imbrigliare la libera informazione e l'esercizio del diritto di cronaca".
"La necessità di approvare prima della pausa estiva provvedimenti fondamentali per la vita democratica del Paese - conclude Lorusso - non può trasformarsi in una sorta di riformismo alle vongole".