CASO TVRS, INTERROGAZIONE AL SENATO DI VERDUCCI , AMATI , FABBRI , MORGONI , PUGLISI
Ai Ministri dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali
Premesso che:
il Ministero dello sviluppo economico ha assegnato alla Beta SpA di Recanati, editrice dell'emittente televisiva marchigiana Tvrs, in quanto «operatore di rete», i numeri Lcn 11 e 111;
la concessione dei nuovi canali è stata rilasciata in ragione dei requisiti previsti dalla legge tra cui il numero di dipendenti e di giornalisti in redazione;
in data 11 maggio 2013 la stessa società ha avviato la procedura di messa in mobilità dei 21 dipendenti per cessazione dell'attività di fornitore di contenuti, dichiarando al contempo di voler mantenere lo status di «operatore di rete»;
il percorso era stato già avviato con l'avvento del digitale; l'azienda, infatti, aveva proposto ai propri dipendenti un nuovo assetto aziendale in cui veniva previsto lo spacchettamento dei canali 11 e 111 in due società gestite dagli stessi dipendenti;
la proposta, sollecitata dalla stessa proprietà e condivisa dai dipendenti, veniva improvvisamente ritirata dagli stessi vertici aziendali senza alcuna motivazione;
considerato che:
la Beta SpA, nei suoi 35 anni di attività, ha sempre beneficiato sia di cospicui contributi statali e regionali, assegnati in base ad una serie di parametri tra cui il numero di dipendenti e di giornalisti assunti a tempo indeterminato, sia di finanziamenti da parte degli enti locali attraverso la stipula di convenzioni;
la volontà espressa dall'azienda di cessare l'attività e di procedere al licenziamento del personale sembra dipendere da ipotesi molto diverse dalle paventate difficoltà economiche in cui verserebbe la stessa azienda;
infatti, tale giustificazione è ampiamente smentita dai bilanci presentati, sempre in attivo, dal consistente patrimonio, dalla presenza di liquidità, dal mancato ricorso agli ammortizzatori sociali, più volte sollecitato dai rappresentanti sindacali, si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo, ciascuno per quanto di competenza, siano a conoscenza della vicenda e quali siano le loro valutazioni in merito;
se non ritengano che la decisione adottata da Beta SpA di conservare solo lo status di «operatore di rete», disattendendo di fatto il piano industriale che, insieme al numero di dipendenti, costituiva requisito fondamentale per l'assegnazione degli Lcn, non faccia venir meno due importanti prerogative che dovrebbero appartenere ad un concessionario di frequenze;
se pertanto non ritengano di dover intervenire, per quanto di propria competenza, per evitare che i canali Lcn 11 e 111 rimangano in capo ad un soggetto privo dei requisisti richiesti, specie considerando che i lavoratori in reiterate occasioni hanno dato piena disponibilità all'acquisto;
se siano a conoscenza delle reali motivazioni che hanno indotto la Beta SpA a ritirare la proposta di vendita e di gestione del ramo d'azienda relativo ai contenuti ad un gruppo di lavoro interno; e se non ritengano opportuno intervenire, per quanto di competenza, affinché tale ipotesi venga riconsiderata, consentendo in tal modo ai lavoratori, riuniti in una delle forme societarie previste dalla legge, di intraprendere il percorso di acquisizione dello status di «operatore di rete» subentrando a Beta SpA;
quali urgenti azioni intendano adottare al fine di salvaguardare le 21 unità lavorative che operano presso l'azienda, soggette alla prossima cessazione dello stato di mobilità, nonché per accertare i reali motivi che hanno spinto la società ad avviare la procedura di messa in mobilità di tali lavoratori, decisione che non trova giustificazioni legate alla situazione patrimoniale dell'azienda e che non ha riscontro in analoghi casi in ambito nazionale;
come intendano tutelare il patrimonio che le emittenti televisive locali marchigiane rappresentano, in ambito regionale e nazionale.