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26/07/2013 regionali

CASO TVRS, INTERROGAZIONE AL SENATO DI VERDUCCI , AMATI , FABBRI , MORGONI , PUGLISI

Ai Ministri dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali

Premesso che:
il  Ministero  dello  sviluppo  economico  ha  assegnato  alla  Beta SpA di Recanati,  editrice  dell'emittente televisiva marchigiana Tvrs, in quanto «operatore di rete», i numeri Lcn 11 e 111;
la concessione dei nuovi canali è stata rilasciata in ragione dei requisiti previsti  dalla legge  tra cui il numero di dipendenti e di giornalisti in redazione;
in  data  11 maggio 2013 la stessa società ha avviato la procedura di messa in  mobilità dei 21 dipendenti per cessazione dell'attività di fornitore di contenuti,  dichiarando  al  contempo di  voler  mantenere  lo  status  di «operatore di rete»;
il  percorso  era  stato già avviato con l'avvento del digitale; l'azienda, infatti,  aveva proposto ai propri dipendenti un nuovo assetto aziendale in cui  veniva  previsto lo spacchettamento dei canali 11 e 111 in due società gestite dagli stessi dipendenti;
la proposta, sollecitata dalla stessa proprietà e condivisa dai dipendenti, veniva improvvisamente ritirata dagli stessi vertici aziendali senza alcuna motivazione;
considerato che:
la  Beta  SpA,  nei  suoi 35 anni di attività, ha sempre beneficiato sia di cospicui  contributi statali e regionali, assegnati in base ad una serie di parametri  tra cui il numero di dipendenti e di giornalisti assunti a tempo indeterminato,  sia  di finanziamenti da parte degli enti locali attraverso la stipula di convenzioni;
la  volontà  espressa  dall'azienda di cessare l'attività e di procedere al licenziamento del personale sembra dipendere da ipotesi molto diverse dalle paventate  difficoltà  economiche  in  cui  verserebbe la  stessa azienda;
infatti, tale giustificazione è ampiamente smentita dai bilanci presentati, sempre  in attivo, dal consistente patrimonio, dalla presenza di liquidità, dal  mancato ricorso agli ammortizzatori sociali, più volte sollecitato dai rappresentanti sindacali, si chiede di sapere:
se  i  Ministri  in  indirizzo,  ciascuno per quanto di competenza, siano a conoscenza della vicenda e quali siano le loro valutazioni in merito;
se  non  ritengano che la decisione adottata da Beta SpA di conservare solo lo  status  di  «operatore  di  rete»,  disattendendo  di  fatto  il  piano industriale  che,  insieme  al  numero  di dipendenti, costituiva requisito fondamentale  per  l'assegnazione  degli  Lcn,  non  faccia  venir meno due importanti  prerogative  che dovrebbero appartenere ad un concessionario di frequenze;
se  pertanto  non  ritengano  di  dover  intervenire, per quanto di propria competenza,  per  evitare che i canali Lcn 11 e 111 rimangano in capo ad un soggetto privo dei  requisisti  richiesti,  specie  considerando che i lavoratori   in   reiterate   occasioni   hanno  dato  piena  disponibilità all'acquisto;
se siano a conoscenza delle reali motivazioni che hanno indotto la Beta SpA a ritirare la proposta di vendita e di gestione del ramo d'azienda relativo ai  contenuti  ad un gruppo di lavoro interno; e se non ritengano opportuno intervenire,   per  quanto  di  competenza,  affinché  tale  ipotesi  venga riconsiderata,  consentendo in tal modo ai lavoratori, riuniti in una delle forme  societarie  previste  dalla  legge,  di intraprendere il percorso di acquisizione dello  status di «operatore di rete» subentrando a Beta SpA;
quali  urgenti  azioni  intendano  adottare  al fine di salvaguardare le 21 unità  lavorative  che  operano  presso  l'azienda,  soggette alla prossima cessazione dello stato di mobilità, nonché per accertare i reali motivi che hanno  spinto  la  società  ad avviare la procedura di messa in  mobilità di tali  lavoratori,  decisione  che  non  trova  giustificazioni  legate alla situazione  patrimoniale  dell'azienda  e  che non ha riscontro in analoghi casi in ambito nazionale;
come  intendano  tutelare  il patrimonio che le emittenti televisive locali marchigiane rappresentano, in ambito regionale e nazionale.

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