Caso Tvrs. L'onorevole Irene Manzi: "Grave la decisione di Beta Spa"
Sembrerà forse retorico o superfluo, di fronte a quanto avvenuto in queste settimane rispetto alla vicenda TVRS, evidenziare ancora una volta la gravità della decisione assunta dalla società Beta spa di chiudere l’attività di una delle emittenti che da decenni promuove l’informazione ed il dibattito nella Regione. Sembrerà retorico, appunto, ma penso che non possiamo fare a meno di ricordare, un’altra volta, quanto questa decisione, giunta in un momento di grave crisi del settore produttivo, rappresenti un atto non responsabile e dannoso. Perché viene a colpire un numero consistente di professionalità (giornalisti e tecnici) formatesi in questi anni nella nostra regione, perché chiude, di fatto, uno spazio di libera informazione con una decisione motivata, almeno ad una lettura esterna, più da criteri di profitto che di sviluppo produttivo ed aziendale e di tutela e rispetto dei lavoratori.
Per questo motivo, non è possibile per le istituzioni restare silenti di fronte ad uno stato di fatto che desta preoccupazione e segnalo positivamente l’interrogazione presentata dal collega deputato, Emanuele Lodolini del Partito Democratico, diretta a verificare, presso il Ministero dello Sviluppo economico la possibilità di mantenere, in capo alla società Beta, la titolarità delle frequenze televisive pur in presenza di un mutamento così sostanziale della propria attività.
L’interrogazione rappresenta sicuramente un primo, necessario, passo per sollecitare il controllo del Governo sulla questione. Un primo passo che testimonia l’attenzione delle istituzioni e che si associa ad analoghe iniziative assunte in Consiglio Regionale a testimonianza dell’estrema preoccupazione con cui tutti, a livello nazionale e locale, stiamo seguendo l’evolversi della vicenda.
Un’occasione che ci induce a riflettere, tutti, su un tema fondamentale: quello della libertà dell’informazione, diritto fondamentale per il nostro Paese, che, in concreto, può essere garantito soltanto con la professionalità ed il giusto trattamento economico e previdenziale dei giornalisti in un settore che, in questi anni, ha visto, invece, prevalere spesso forme contrattuali e retributive di natura estremamente precaria. E’ questo che, nei fatti, disattende quella libertà di informare che, invece, dovrebbe rappresentare, insieme alla dignità e professionalità di chi fa informazione, il tema di riflessione che deve impegnarci tutti insieme e che mi coinvolge ancor più direttamente come componente della Commissione parlamentare competente in tema di informazione ed editoria.
Nel caso concreto, poi, il permanere dell’emittente con la semplice proiezione di filmati pubblicitari o di intrattenimento rappresenta un vulnus grave per la comunità marchigiana, perché la priva di una finestra informativa e di approfondimento importante sulla propria realtà e su quanto quotidianamente avviene,a tutto vantaggio di messaggi standardizzati e semplicemente commerciali, con una ricaduta grave in termini di occupazione per quei professionisti ( tecnici, giornalisti, amministrativi) che in questi anni hanno consentito, con il proprio lavoro, alla rete di crescere e di poter rappresentare un “marchio storico” per tutta la realtà regionale. In un momento complesso come l’attuale per la politica (almeno per come la intendo io) c’è un bisogno vitale di occasioni di confronto, approfondimento, conoscenza. Lo spegnimento dei microfoni di TVRS rischia di spegnere tutto questo e di danneggiare l’intera comunità. Ecco perché non si può sottovalutare la situazione presente ed è indispensabile continuare a tenere alta l’attenzione sollecitando il controllo delle autorità competenti sull’utilizzo delle risorse pubbliche percepite in questi anni dalla società BETA e cercando di perseguire, in collaborazione con le rappresentanze sindacali, ogni soluzione utile a salvaguardare il lavoro e a difendere, concretamente, quella libertà di informazione, sale autentico della nostra democrazia.