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30/04/2013 regionali

Documento elezioni Ordine

A tutti i soci
LORO SEDI

e p.c.

Al Consiglio regionale dell'Ordine dei giornalisti delle Marche
SUA SEDE

Oggetto: SIGIM / documento elezioni ODG


Cari colleghi,

nel mese di maggio (primo turno effettivo domenica 19, ballottaggio domenica 26), si voterà per l'Ordine, cui a giugno seguirà la Casagit. Rinnoveranno le cariche il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti delle Marche (6 consiglieri professionisti e 3 pubblicisti, 2 revisori dei conti professionisti e 1 pubblicista) e il Consiglio nazionale (4 consiglieri complessivi per la circoscrizione Marche, 2 professionisti e 2 pubblicisti).

La mancata riforma organica della legge istitutiva dell'Ordine nel corso dell'ultima legislatura, la speranza poco concreta che il nuovo Parlamento possa attribuire una corsia preferenziale alla materia ordinistica di fronte agli immensi problemi del Paese, la modifica del solo regolamento di disciplina con l'istituzione di appositi collegi su base regionale mantenendo tuttavia in capo agli Ordini i doveri di vigilanza, i contrasti ormai radicati tra chi sovrintende gli Ordini sui territori e la maggioranza che regge il Consiglio nazionale, la distanza siderale tra i nuovi obblighi di formazione permanente e l'esiguità delle risorse disponibili, consegnano ai giornalisti la ragionevole certezza che anche nel triennio 2013-2016 l'Ordine avrà strumenti limitati nell'esercitare al meglio le prerogative di legge in un panorama professionale sottoposto a violente mutazioni.

Il Consiglio direttivo del Sigim ritiene che, mai come in questa occasione, vada colmata la distanza stratificatasi negli anni tra l'Ordine e i suoi iscritti, che spesso percepiscono la rappresentanza stabilita dalle legge n. 69/1963 con una sensazione di burocratico fastidio, persino superiore a quel sentimento diffuso che oggi colpisce ogni forma di rappresentanza.

Di fronte a questo scenario di fragilità, il Consiglio direttivo del Sigim crede che il buon funzionamento dell'Ordine delle Marche e della rappresentanza marchigiana in Consiglio nazionale siano comunque interesse di tutti gli iscritti e in tal senso intende offrire il proprio contributo dialettico. Sul piano del ragionamento istituzionale, senza personalismi.

Quale Ordine vogliamo per il triennio 2013-2016? Cosa possiamo fare tutti insieme perché il nostro Consiglio regionale non sia percepito solo come efficiente esattore di quote o improvviso istruttore di procedimenti disciplinari dopo lunghe stagione di distratta sorveglianza? E per meglio combattere la crisi identitaria della professione, quale contributo può garantire l'Ordine ottimizzando risorse e canali con gli altri enti di categoria? Sono solo alcuni dei temi sui quali il Sigim intende richiamare l'attenzione dei colleghi-elettori, visto che l'Ordine è di tutti.

Oggi in Italia il giornalismo è minacciato. Dalla crisi. Dai cambiamenti tecnologici. Dai poteri di ogni livello. C'è sete di informazione pulita, ma anche voglia crescente di controllarla, addomesticarla, depotenziarla. La figura del giornalista è sottoposta a torsioni crescenti e pericoli costanti. Il giornalismo, dipendente o autonomo, vive una delle sue stagioni più delicate. La lotta senza quartiere alle cadute etiche, alla marchetta, alla trascuratezza lavorativa spesso figlia di condizioni di lavoro pessime, va accompagnata a un certosino lavoro di denuncia e di costruzione di nuovi equilibri.

Vista l'ampiezza della sfida, l'Ordine deve uscire dalle secche della burocrazia cui la legislazione lo condanna e, pur nella distinzione dei ruoli, deve schierarsi sistematicamente e platealmente a fianco del Sindacato in tutte le battaglie per la tutela del lavoro giornalistico che vedono per controparte editori grandi e piccoli, istituzioni locali e regionali, poteri forti e meno forti. Il Sindacato attacca, l'Ordine raddoppia. Questo chiediamo. Questo auspichiamo. Ovunque, in ogni vertenza. Perché ovunque il Sindacato oggi intervenga, sono la professione stessa, il suo decoro, la tutela della fede pubbliche a finire contemporaneamente in discussione. E queste sono tutte competenze dell'Ordine.

Rapporti di buon vicinato condominiale e intellettuale insomma non bastano più. Tra Ordine e Sigim occorre alzare la posta. Occorre riavvicinarsi insieme e meglio ai colleghi. Occorre realizzare un desk unico o unificato tra gli uffici. Un desk dove chi viene a pagare la quota per l'Ordine possa chiedere la tessera del sindacato ed essere contemporaneamente informato su tutti i servizi che il sindacato eroga e che l'Ordine, ente pubblico, non può dare. Una reale unione di forze che metta in flusso costante anche i dati quantitativi e qualitativi in arrivo anche da Inpgi, Casagit e Fondo pensione complementare.

Nelle Marche - è solo un esempio - ci sono oltre 1.700 pubblicisti, ma gli iscritti pubblicisti all'Inpgi 2 (esclusi i professionisti autonomi o con doppia matricola) sono meno di 500.Tutti gli altri chi sono? Cosa fanno? Sono evasori contributivi? Esercitano davvero? O non scrivono più? Non è una banale questione statistica. Perché l'obbligo di formazione di tutti gli iscritti all'albo, prima verifica 2014, comporta sforzi organizzativi titanici (di singoli iscritti e Ordine) e tutti potremmo presto scoprire che una certa innata ipertrofia degli albi, patologica anche in altre professioni, non è poi questo meraviglioso business.

Forse è meglio aggiornare pratiche e traguardi. Dalla tenuta degli albi (che coinvolge anche una quota impressionante di ex iscritti dell'Ifg di Urbino ancora affiliati nell'elenco professionisti delle Marche), al sovvenzionamento (se avessimo 1.500 iscritti Inpgi 2 anziché 500, avremmo 30.000 euro all'anno di contributi in più da mettere a disposizione dei colleghi per iniziative di solidarietà, come la delibera del 6 aprile 2013 sulla partita Iva gratuita o semigratuita per i lavoratori autonomi), alla formazione incombente (altro capitolo decisivo). Se tutti i giornalisti in formazione permanente dovranno maturare 60 crediti triennali, 20 all'anno, e ogni ora di lezione darà un massimo di 2 crediti, come sarà strutturata la nostra formazione? Dove? Con quali esperti? E quali costi?

E' un tema che riguarda tutti. Il Sigim ritiene che la nuova formazione professionale debba essere organizzata su una pluralità di sedi, in forma tendenzialmente gratuita o a basso costo, attraverso un sistema di docenza che non alimenti circoli o conventicole (rischio altrimenti fisiologico in questi casi). Su tutto questo non ci sono certezze. E allora domandiamo: è morale che i giornalisti debbano pagare per aggiornarsi quando il loro Ordine nazionale ha le casse gonfie? Questa è una battaglia nazionale ma con immediati riflessi locali nella quale auspichiamo intervengano i futuri eletti marchigiani a Roma.

Con la stessa finalità invitiamo tutti gli aspiranti Consiglieri regionali dell'Ordine delle Marche per il triennio 2013-2016 all'aperta e pubblica condivisione di questi valori ed obiettivi:

1) Un Ordine con una forte ed esplicita 'carica' sindacale, in ferrea opposizione a tutte le dinamiche deteriori che investono la categoria nel nostro ambito regionale;
2) un Ordine con una rinnovata autocoscienza del suo ruolo di presidio territoriale in alleanza strutturale con il Sigim e in sistematica dialettica con gli altri Ordini regionali, il Cnog e tutte le rappresentanze marchigiane degli enti di categoria;
3) un Ordine che a una tenuta degli albi dinamica e attiva affianchi una vigilanza deontologica serrata, rinforzata da una campagna di sensibilizzazione etica in tutti i settori dell'informazione, a partire dai new media;
4) un Ordine votato a una formazione di qualità, plurale, decentrata, tendenzialmente gratuita o, nella peggiore delle ipotesi, con costi compatibili e comunque improntati a criteri di progressività reddituale;
5) un Ordine che si impegni a realizzare l'unificazione del ricevimento desk e dei servizi collegati con il Sigim (e l'Inpgi e la Casagit presso il Sigim domiciliati) in un'ottica di ottimizzazione delle risorse e di massima soddisfazione degli iscritti.

A chi aspiri a mantenere il suo impegno di consigliere o a chi intenda mettersi per la prima volta in gioco, il Sigim chiede di condividere pubblicamente queste cinque proposte-obiettivo. La nostra capacità di ascolto e di relazione nella categoria accompagnerà chi accetterà la sfida.

Ancona, 29 aprile 2013


Il Consiglio direttivo del Sigim all'unanimità

 

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