Uffici stampa degli enti pubblici: Cgil, così non va
Nota del Segretario del Sigim Roberto Mencarini
Domani 7 giugno la Funzione Pubblica della Cgil, terrà la sua festa nazionale a Pesaro. Colgo questa occasione per rivolgere gli auguri di buon lavoro ma anche per ricordare che, per noi giornalisti, resta una ferita aperta la mancata applicazione della Legge 150 del 2000, approvata proprio il 7 giugno. Nel dodicesimo anniversario, nonostante una sentenza della magistratura, non si è ancora giunti alla definizione dei profili profesionali e la trattativa sindacale che si sarebbe dovuta svolgere tra la Fnsi e l'Aran non ha avuto luogo per l'ostilità dei sindacati confederali.
Con amarezza ce lo ha ricordato nella recente assemblea annuale del Sindacato giornalisti marchigiani il segretario generale aggiunto Giovanni Rossi che è anche coordinatore della commissione nazionale Uffici stampa della Fnsi e la lettera aperta che mi è giunta oggi dal capo ufficio stampa della Provincia di Pesaro-Urbino Marcello Ciamaglia è il sintomo del diffuso malessere dei giornalisti che lavorano nella pubblica amministrazione e che vedono i loro diritti negati proprio da quegli stessi sindacati che dovrebbero tutelare i lavoratori.
Ricordo ai colleghi della Cgil che l’azione della Federazione nazionale della stampa, in questo settore, è sempre stata ispirata da questi principi: tutela dei diritti acquisti negli anni da tanti colleghi degli Uffici stampa pubblici; opposizione ai metodi dello spoil system, che comprimono la professionalità degli addetti stampa; pieno riconoscimento professionale e contrattuale del carattere giornalistico del lavoro negli Uffici stampa della Pubblica amministrazione.
Credo che su queste basi è tempo che lo stallo sulla Legge 150 venga superato e la festa di Pesaro può essere un'occasione in tal senso.