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30/03/2012 regionali

PRIMO OK ALLA LEGGE SULL'EQUO COMPENSO

ANSA - Addio articoli pagati pochi euro e giornate intere passate al lavoro per mettere poi in tasca una manciata di spiccioli? E’ presto per dirlo, ma la legge sull'equo compenso, approvata alla Camera e approdata ora al Senato per il via libera definitivo, rappresenta una speranza per l’esercito dei giornalisti precari, costretto a fare i conti con la crisi dell’editoria. Il testo, firmato da parlamentari di tutti i gruppi, è stato votato all’unanimità in sede legislativa dalla Commissione Cultura di Montecitorio, dopo il parere favorevole del governo, certificato dal sottosegretario Paolo Peluffo. Il presidente del Senato, Renato Schifani, dopo un colloquio con il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino, ha garantito il suo impegno per un rapido esame del provvedimento a Palazzo Madama.    La legge - si legge nel testo - “è finalizzata a promuovere l'equità retributiva dei giornalisti, titolari di rapporto di lavoro non subordinato, in quotidiani e periodici anche telematici, nelle agenzie di stampa e nelle emittenti radiotelevisive”. Il trattamento economico deve essere proporzionato “alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, in coerenza con i corrispondenti trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva” in favore dei giornalisti dipendenti. La legge istituisce, inoltre, presso il Dipartimento per l’informazione e l’editoria della presidenza del consiglio, una commissione che “entro tre mesi dal suo insediamento definisce i requisiti minimi di equità retributiva” e “redige un elenco dei datori di lavoro che garantiscono il rispetto” di tali requisiti. Dal 10 gennaio 2012 l’iscrizione nell’elenco è requisito necessario per l’accesso ai fondi per l’editoria.   “La legge sui precari del giornalismo è un buon esempio nel campo dei diritti del lavoro”, afferma il deputato Udc e relatore della legge, Enzo Carra. Esprime soddisfazione anche Giuseppe Giulietti, parlamentare del gruppo misto e portavoce di Articolo 21, mentre per Silvano Moffa, capogruppo di Pt e autore del provvedimento, si tratta di “una legge di civiltà che pone fine allo sfruttamento di migliaia di lavoratori”. “E' 'quasi gol' - argomenta Iacopino - grazie ad una splendida azione di squadra. Sono norme che da sole, certamente, non cambieranno la situazione fino a quando non collaborerà pienamente con l'Ordine chi ha responsabilità nella categoria e continua a fingere di non accorgersi”. “E' un ottimo passo avanti per il riconoscimento della pari dignità morale e materiale di tutto il lavoro giornalistico, a prescindere dalle condizioni di esercizio”, commenta la Federazione nazionale della stampa.

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