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28/03/2012 regionali

Giornalisti: legge equo compenso ottimo passo avanti

La legge sull’equo compenso per i giornalisti collaboratori autonomi, appena approvata in sede legislativa in commissione Cultura della Camera, è un ottimo passo avanti per il riconoscimento della pari dignità morale e materiale di tutto il lavoro giornalistico, a prescindere dalle condizioni di esercizio. E’ anche un atto di recupero di libertà e autonomia professionale, sempre più indispensabile in un tempo in cui all’informazione è chiesto, ancora più di ieri, di non tacere le cose che debbono essere conosciute dai cittadini per assicurare il loro diritto alla conoscenza e di alimentare il sapere e il pensiero critico.
I giornalisti free lance e precari – troppo spesso costretti a contratti individuali capestro e a compensi da fame – sono oggi, infatti, messi in condizione di disagio: povertà e paura sono una condizione di illibertà.
Ecco perché il provvedimento varato oggi dalla Commissione cultura della Camera ha il pieno sostegno della Federazione Nazionale della Stampa che, anche con un lavoro sindacale specifico fatto dalla propria commissione lavoro autonomo, è da anni in campo per la dignità di tutti i giornalismi, nonostante gli ostracismi che aveva sin qui subìto. Ed è importante che tutte le organizzazioni del giornalismo siano impegnate in questa iniziativa e abbiano incontrato il sostegno di formazioni della società civile e associazioni come Articolo21 e i movimenti dei precari.
E’ significativo che la legge sull’equo compenso, presentata dal Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Onorevole Moffa, firmata da tutti i gruppi politici, definita in un testo condiviso dal relatore Enzo Carra, nasca per iniziativa parlamentare e sia frutto del confronto e della partecipazione con tutte le componenti del mondo dell’informazione professionale. Questo è un metodo utile. E, in un caso come questo, si evidenzia anche come, se c’è serio e concreto impegno di merito, sia possibile trovare in tempi ragionevoli le vie giuste per affrontare problemi fatti incancrenire dall’inerzia di anni.
Adesso la Fnsi auspica che la stessa capacità di concertazione e convergenza della Camera abbia una continuità istituzionale nel Senato e che, in tempi brevi, in quella sede possa essere espresso il voto che renda la legge definitiva e efficace.
Nel tempo di crisi dell’industria dell’editoria, di perdita di tanti posti di lavoro, mettere in linea di chiarezza e di giustizia qualsiasi forma di lavoro giornalistico è una strada di indirizzo essenziale alle parti sociali, in particolare agli editori, perché il lavoro autonomo venga riconosciuto sul piano dei diritti non solo individuali ma anche collettivi. Nello stesso tempo, si tratta di offrire all’industria editoriale un quadro di regole che sono garanzia di lealtà della concorrenza e, quindi, utile opzione per sfide editoriali più alte nel segno della qualità.

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