Stato di crisi al Corriere Adriatico: 6 esuberi e chiusura della redazione di San Benedetto
Una partecipata assemblea dei redattori del Corriere Adriatico ha esaminato
e discusso il piano di crisi, per l'area giornalistica, presentato
dall'azienda al Cdr il 31 maggio 2011, che prevede la fuoriuscita di 6
giornalisti, di cui 3 ricollocati nel gruppo e 3 prepensionati ai sensi
della 416 del 1981, oltre alla chiusura della redazione di San Benedetto del
Tronto. Prendendo atto delle difficoltà della gestione economico
finanziaria, l'assemblea dei giornalisti, informata dal Cdr sui contenuti
del confronto sindacale avviato con l'azienda, esprime i seguenti sentimenti
e istanze:
1) allarme per il rischio di perdita dell'identità storica e dell'autonomia
informativa del Corriere Adriatico che da 150 anni offre ai lettori
marchigiani un osservatorio sulle vicende nazionali e internazionali che si
riflettono sulla vita del territorio, con un approccio che, in linea con
l'indirizzo recente della società occidentale, si potrebbe definire glocal.
Nella provincia di Pesaro Urbino, in seguito a una sperimentazione che
l'azienda intende confermare, i lettori del Corriere Adriatico già da mesi
devono affidarsi al Messaggero, venduto in abbinamento, per sapere che cosa
sia accaduto al di là dei confini della regione. E' già in atto, dunque,
una trasformazione sostanziale dell'identità storica della testata, seppure
ancora parziale rispetto alla diffusione territoriale, che sembra destinata
a consolidarsi anche per la dichiarata possibilità di estendere
l'abbinamento con il dorso nazionale del Messaggero oltre le province di
Pesaro Urbino e Macerata;
2) forte preoccupazione, in stretta relazione con il punto precedente, per
la riduzione dell'organico e l'annunciato riassetto in quanto la perdita di
6 giornalisti comporterà un tale impoverimento del settore centrale da far
temere una necessitata rinuncia all'informazione nazionale;
3) perplessità per il concetto di localismo che si vuole perseguire con la
contestuale chiusura di redazioni ben radicate sul territorio: dopo Fano e
Senigallia, San Benedetto del Tronto. Per quanto è vero che le moderne
tecnologie permettono di confezionare ovunque le pagine di cronaca locale,
è indubitabile che i redattori delle redazioni decentrate del Corriere
Adriatico non svolgono una mera attività di desk ma sono i primi portatori
di "quell'articolata ramificazione di conoscenze, legami e rapporti
interpersonali esistenti" indicata nel piano di crisi come valore aggiunto
dell'informazione locale, che non si esaurisce ma si completa con la rete
dei collaboratori. Ed è altrettanto indubitabile che ogni chiusura di
redazione periferica comporta la perdita di una quota di quel valore
aggiunto;
4) forte richiesta di chiarezza, quindi, su quale giornale - per foliazione,
struttura e sinergie - si voglia realizzare nelle Marche con l'indicazione
dettagliata del riassetto riorganizzativo che sarà implementato, con
l'uscita dalla testata dei 6 colleghi giornalisti. Questo anche a fronte del
mantenimento dell'edizione Marche del Messaggero;
5) auspicio che il piano di crisi venga gestito senza traumi. In relazione
agli asseriti esuberi dell'organico, che possono essere considerati tali
solo in relazione alla gestione economica e non a quella giornalistica,
l'assemblea chiede che si attuino misure non individuali ma di solidarietà
estese a tutti i colleghi senza eccezioni;
6) interesse per l'annunciata intenzione di avviare una piattaforma
multimediale che sfrutti le opportunità di sviluppo dell'informazione
online, peraltro sollecitate dal questo Cdr un paio di anni fa in occasione
dell'avvio del nuovo sito internet. A questo riguardo, l'assemblea condivide
la necessità segnalata dal Cdr di una contrattazione a parte secondo
l'articolo 42 del contratto nazionale di lavoro giornalistico.