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06/12/2010 regionali

AGGIORNAMENTO CASO BARTOLINI AL 5 DICEMBRE 2010

VENERDì 3 DICEMBRE i lavoratori del Potere Giudiziario hanno sospeso lo sciopero nazionale indefinito che sostenevano da varie settimane. L’annuncio è stato dato dal segretario generale del Sindacato dei Lavoratori del Potere Giudiziario, Cesar Aguilar Delgado, alla notizia che il Congresso approverà lo stanziamento di un cospicuo fondo a favore delle richieste di questa categoria per il 2011. “Lo sciopero nazionale indefinito dei lavoratori del Potere Giudiziario è stato sospeso per 30 giorni a partire da lunedì 6 dicembre. Le condizioni sono state firmate e a partire da lunedì i lavoratori a livello nazionale riprenderanno il lavoro” ha dichiarato il leader sindacale. Gli accordi firmati comprendono anche la promessa del rifiuto di ogni rappresaglia  nei confronti dei lavoratori per il blocco dell’attività giudiziaria, e di trattenute per i giorni dello sciopero.

Da voci di corridoio raccolte al Tribunale di Yurimaguas, data questa nuova situazione della fine dello sciopero che aveva causato il doppio rinvio del 26 ottobre e del 29 novembre, la nuova data per la lettura della sentenza del processo a carico di Padre Mario Bartolini, del giornalista Geovanni Acate e degli altri sei leader indigeni dovrebbe essere tra il 13 e il 20 dicembre, anche se non ci sono ancora comunicazioni ufficiali in proposito.

Sia in caso di sentenza favorevole agli imputati che di sentenza sfavorevole, si andrà comunque in appello. Se infatti la sentenza dovesse essere positiva per il gruppo degli imputati, sarebbe il Governo stesso a fare appello contro questa sentenza positiva, essendo deciso ad ottenere la condanna del gruppo; se invece la sentenza dovesse essere di condanna, in questo caso sarebbero gli imputati a fare appello. Il ricorso avverrebbe prima alla ‘corte di appello’ regionale  e potrebbe durare circa sei mesi e poi eventualmente alla ‘corte di cassazione’ nazionale e potrebbe durare un anno.  Qualora anche a questo livello nazionale dovesse essere confermata una eventuale sentenza negativa, il gruppo farebbe appello ad una istanza internazionale. Tutto dipenderà dalla volontà del Governo di impedire una sentenza a favore degli imputati. Anche se in primavera ci saranno le elezioni politiche e l’attuale partito difficilmente riuscirà a tornare al Governo, secondo il giornalista Geovanni Acate, uno degli imputati, chiunque vincerà, porterà avanti in ogni caso le stesse politiche attuali di appoggio alle multinazionali. In ogni caso la FREDESAA (Frente de Defensa y Desarrollo de Alto Amazonas) che raccoglie tutte le formazioni delle popolazioni dell’Amazzonia Peruviana, ha una posizione chiara e decisa nell’appoggiare gli imputati e accompagnerà tutto il processo fino alla sua conclusione positiva.

Nel frattempo, prima ancora della prossima lettura della sentenza che potrebbe aprirgli le porte del carcere (ricordiamo che l’accusa ha chiesto per lui 10 anni), il giornalista Geovanni Acate, direttore di Radio Oriente e processato con Padre Mario Bartolini riceverà il prossimo 10 dicembre il Premio Nazionale ai Diritti Umani nella categoria Libertà di Stampa. Acate lo riceverà con altre due radio peruviane: Radio La Voz de Bagua, chiusa per parecchi mesi dal il governo, e Radio Marañón, che appartiene al Vicariato di Jaén. Tra i premiati per la Difesa dei Diritti Umani ci sarà anche Mons. Pedro Barreto, l'arcivescovo di Huancayo, che da anni lotta strenuamente per il diritto ad un ambiente sano e che recentemente, il 15 Novembre, è stato oggetto di un violento attacco da parte di un gruppo di persone, nel corso di una conferenza stampa a La Oroya - cittadina peruviana posta a 3.750 metri di altezza sulla Sierra Central,  uno dei posti più inquinati del mondo - nella quale stava dando conto della situazione causata dalla multinazionale americana Doe Run della Renco Group che per le sue attività minerarie altamente inquinanti ha contaminato il fiume Oroyo causando una alta incidenza di malattie nelle popolazioni della regione affette da una altissima percentuale di piombo nel sangue.

Il Coordinamento Nazionale dei Diritti Umani (CNDH), organismo con statuto consultivo speciale nel Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, ha deciso di conferire quest’anno il Premio per la Comunicazione alle emittenti “Radio La Voz” di Bagua Grande (regione Amazonas), “Radio Oriente” di Yurimaguas (regione di Loreto), e “Radio Marañón”, del Vicariato di Jaén. Il premio viene conferito, a partire dal 1990, a protagonisti delle comunicazioni sociali e a istituzioni che si distinguono per il loro impegno nella difesa senza restrizioni dei Diritti Umani. Questa volta le due radio La Voce e Oriente ricevono questo premio per il loro importante apporto alla difesa dei diritti delle popolazioni indigene e dei diritti umani in generale. Il giornalista Geovanni Acate è il direttore di Radio Oriente e il motivo del suo processo è esattamente lo stesso per cui ora viene proposto per la premiazione. La cerimonia di premiazione avverrà il 10 a Miraflores. Il Coordinamento dei Diritti Umani è una organizzazione collettiva di 80 organismi non governativi (ONG) per la difesa, la promozione e l’educazione ai diritti umani in tutto il paese. È una organizzazione della società civile registrata ufficialmente per la partecipazione alle attività della Organizzazione degli Stati Americani (OEA). Radio La Voz e Radio Oriente furono chiuse arbitrariamente dal Ministero dei Trasporti e delle Comunicazioni per 14 mesi, a motivo del fatto che avevano dato notizia del massacro avvenuto alla Curva del Diavolo (Utcubamba, Amazonas) durante le manifestazioni indigene e gli scioperi dello scorso anno 2009.

Intanto registriamo anche presso la parte più sensibile della stampa italiana al tema dei diritti umani, un sempre maggiore interessamento a questa vicenda peruviana che vede implicato, oltre al missionario padre Mario Bartolini, anche un giornalista, Geovanni Acate, nella doppia veste di ‘processato in attesa di sentenza’ e di ‘designato per la ricezione di un premio’, esattamente per la stessa motivazione: la libertà di stampa e la responsabilità dell’informazione. Come già ricordato nel precedente aggiornamento il SIGIM (Sindacato dei Giornalisti Marchigiani) e la FNSI (Federazione Nazionale della Stampa Italiana) hanno aderito alla campagna di appoggio del missionario e del giornalista di cui sopra. In seguito a questa adesione il SIGIM si è fatto  promotore di un incontro con l’Ambasciatore peruviano in Italia, incontro che è stato richiesto, ma non ancora avvenuto. Nel frattempo la FNSI, in questi ultimissimi giorni, si è fatta promotrice, a firma Maurizio Blasi, Giornalista RAI e Consigliere  Nazionale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, di una azione presso il Ministero degli Esteri, con la richiesta, anche qui, di un incontro.

 

Franco Pignotti

Presidente ALOE Onlus

www.aloemission.org


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