Rimborsabili in 60 rate i debiti con la Gestione Separata
Riordinata la disciplina delle rateazioni dei debiti pregressi
Approvata oggi dal Comitato amministratore della Gestione separata una delibera che disciplina il pagamento rateale dei debiti maturati nei confronti della Gestione separata per contributi pregressi non versati. A domanda dell’interessato il debito potrà essere dilazionato fino ad un massimo di 60 rate mensili (5 anni) al tasso del 4,5% su base annua. L’importo minimo della rata mensile non potrà essere inferiore a 100 euro e la domanda dell’interessato dovrà essere presentata prima dell’inizio della procedura esecutiva, ossia prima dell’emissione della cartella esattoriale.
In caso di mancato pagamento della prima rata o, successivamente, di due rate anche non consecutive, l’iscritto decade automaticamente dal beneficio della rateazione e l'intero importo ancora dovuto - previa rideterminazione delle somme aggiuntive - è immediatamente ed automaticamente riscuotibile in unica soluzione, mediante iscrizione a ruolo.
La possibilità di pagamento rateale in 60 rate riguarda soltanto i debiti relativi a contribuzioni non versate degli anni precedenti, mentre rimangono ferme le scadenze previste dal Regolamento per il versamento dei contributi correnti: i contributi minimi in acconto entro il 30 settembre e il saldo entro il 30 ottobre, se versato in una unica soluzione, oppure in tre rate con scadenza rispettivamente a fine ottobre, fine novembre e fine dicembre.
“La disciplina delle rateazioni in vigore finora – afferma il Presidente Andrea Camporese – era frutto di una serie di delibere approvate nel tempo che nell’applicazione pratica davano luogo a incongruenze e difficoltà, non solo per gli Uffici, ma anche per i colleghi che erano costretti a restituire debiti anche consistenti in un numero molto basso di rate e a un tasso più alto di quello approvato oggi. Alla base della decisione quindi c’è il duplice intento di garantire una maggiore funzionalità degli Uffici e di favorire i colleghi che vogliono mettersi in regola con il loro Istituto di Previdenza”.