Newsletter giugno
NEWSLETTER SIGIM
GIUGNO 2010
1) AUMENTI MINIMI CONTRATTUALI
2) IMPATTO DELLA MANOVRA FINANZIARIA
3) DUE MANIFESTAZIONI IL 1° LUGLIO CONTRO IL DDL ALFANO
4) NO ALLE REDAZIONI IPER-VERTICISTICHE
5) SEMINARIO SUL CONTRATTO AERANTI-CORALLO
1) AUMENTI MINIMI CONTRATTUALI
Con la retribuzione del mese di giugno 2010 decorre la seconda tranche di aumento dei minimi tabellari. L’aumento dei minimi tabellari incide su tutte le voci mobili retributive del contratto, in particolare su: compenso per lavoro straordinario (art. 7), indennità compensativa (art. 7), maggiorazioni per lavoro notturno (art. 17), domenicale e festivo (art. 19), superminimo di esclusiva (art.8), maggiorazione di agenzia (art.18).
Con questo secondo aumento dei minimi arriva a regime l’aumento contrattuale complessivo per il biennio 1.4.2009/31.3.2011. Per effetto del protocollo governativo 3 luglio 1993, che prevede per le rinnovazioni contrattuali una durata quadriennale per la parte normativa e biennale per la parte economica, entro il 31 marzo 2011 le parti (Fieg e Fnsi) dovranno procedere a definire i nuovi aumenti economici per il biennio 2011-2013.
Nel corrente mese di giugno cadono una festività infrasettimanale (2 giugno) e due ex festività (Corpus Domini e 29 giugno). I giornalisti chiamati a prestare la loro opera il 2 giugno hanno diritto a percepire, in aggiunta alla normale retribuzione, a 1/26esimo della retribuzione mensile maggiorato dell’80%. I giornalisti chiamati a prestare la loro opera il giorno del Corpus Domini (3 giugno) e il 29 giugno (San Pietro e Paolo) hanno diritto a percepire, per ciascuno di questi giorni, 1/26esimo della retribuzione mensile.
Per quanto, invece, riguarda specificatamente i giornalisti che lavorano nel Comune di Roma, agli stessi dovrà essere corrisposto 1/26esimo della retribuzione mensile maggiorato dell’80% qualora prestino la loro attività lavorativa il 29 giugno. Agli stessi giornalisti che lavorano nel Comune di Roma dovrà essere corrisposto 1/26esimo della retribuzione mensile, in caso di prestazione lavorativa il 24 giugno (S. Giovanni Battista).
Gli aumenti che devono essere riportati in cifra sulle buste paga sono, pertanto i seguenti:
LEGGI http://www.sigim.it/pagineutente/contratti/uploads/aumenti%20minimi%20contrattuali.pdf
2) IMPATTO DELLA MANOVRA FINANZIARIA
La manovra finanziaria del Governo ha introdotto novità anche per quanto riguarda le nostre pensioni. In particolare, vengono introdotte le stesse “finestre” per il collocamento in pensione in vigore presso l’Assicurazione generale obbligatoria (Inps, Inpdap). Significa che i giornalisti potranno andare in pensione, con una maggiore attesa rispetto all’attuale regime. Tutto ciò a partire dal 1° gennaio 2011.
Sono esclusi da tali novità tutti i colleghi che hanno raggiunto o raggiungeranno il requisito per la pensione entro il 31/12/2010. In sostanza, si andrà in pensione un anno dopo la maturazione dei requisiti.
Pensione di vecchiaia: pagamento della pensione il tredicesimo mese successivo al compimento dell’età (oggi 60 anni per le donne e 65 anni per gli uomini);
pensioni di anzianità: 12 mesi dopo la maturazione dei requisiti.
Oggi sono richiesti 60 anni di età e almeno 35 anni di contributi o, comunque, 40 anni di contributi maturati a prescindere dall’età. In questi casi la pensione, dal 2011, sarà erogabile il primo giorno del tredicesimo mese successivo alla maturazione del requisito contributivo.
Per i lavoratori autonomi la “finestra” si apre solo 18 mesi dopo la maturazione del requisito e altrettanto per chi, giornalista dipendente, maturi il requisito contributivo sommando insieme versamenti Inpgi e in altri istituti (totalizzazione: Inpgi-Inpdap-Enpals).
Le disposizioni in materia di decorrenza dei trattamenti pensionistici vigenti prima della data di entrata in vigore della presente legge continua ad applicarsi nei confronti dei lavoratori dipendenti che avevano in corso il periodo di preavviso alla data del 30 giugno 2010 e che maturano i requisiti di età anagrafica e di anzianità contributiva richiesti per il conseguimento del trattamento pensionistico entro la data di cessazione del rapporto di lavoro.
Tale disposizione sembrerebbe perciò prevedere che le modifiche delle “finestre” che entreranno in vigore il 1° gennaio 2011 non si applicheranno soltanto a coloro che, pur maturando i requisiti anagrafici e contributivi per il pensionamento dopo il 1° gennaio 2011, abbiano in corso alla data del 30 giugno 2010 un periodo di preavviso, avendo manifestato la decisione di risolvere il rapporto di lavoro al momento della maturazione dei requisiti.
Questa previsione, di conseguenza, appare sostanzialmente ininfluente per il settore giornalistico, in quanto il Cnlg prevede specificamente che il giornalista debba dare un periodo di preavviso massimo di 2 mesi, il che significa che contrattualmente l’eventuale preavviso non potrà mai “sforare” nel 2011. Sono però possibili casi in cui tra azienda e lavoratore sia stato concordato un periodo di preavviso più lungo. In questo caso, quando l’accordo sia avvenuto prima del 30 giugno 2010 e il preavviso termini nel 2011, sarà possibile invocare la permanenza della previgente normativa sulle “finestre”.
Appare confermato, invece, che salvo modifiche del Parlamento, dal 2011 anche l’Inpgi dovrà applicare le nuove “finestre”.
Non ci sono modifiche invece per i lavoratori che andranno in prepensionamento ex art. 37 legge 416/81: in questi casi il trattamento pensionistico decorre dal mese successivo alla cessazione del rapporto di lavoro. Anche ai lavoratori collocati in mobilità, entro determinati limiti, continueranno a trovare applicazione le vecchie norme per l’accesso alla pensione.
Per consultare la scheda dettagliata dell’Inpgi sugli effetti prodotti dalla manovra CLICCA QUI http://www.sigim.it/pagineutente/contratti/uploads/Effetti%20manovra.pdf
3) DUE MANIFESTAZIONI IL 1° LUGLIO CONTRO IL DDL ALFANO
Due grandi mobilitazioni contro il disegno di legge Alfano per la giornata del 1° luglio a Roma, a piazza Navona e a Conselice nel Ravennate. Iniziative nel segno della Costituzione, per dar voce ai soggetti e ai temi che verrebbero oscurati se passasse un provvedimento che colpisce al tempo stesso il lavoro dei giornalisti e il diritto dei cittadini di conoscere le vicende del Paese. Le manifestazioni del 1° luglio avranno come filo conduttore la denuncia di “tagli e bavagli: gli interventi del governo per censurare il diritto di cronaca col ddl intercettazioni e per punire la cultura italiana con la restrizione dei fondi per musica, cinema, teatro, danza; il rischio di sparizione di giornali ed emittenti colpiti dalla drastica e indiscriminata riduzione del finanziamento pubblico; la perdurante difficoltà del mondo del lavoro ad ottenere l’attenzione dei media e a veder rappresentati gli effetti della crisi.
E’ stata confermata la decisione di presentare, qualora il ddl Alfano fosse approvato, un esposto alla Corte per i diritti umani di Strasburgo, con la firma delle diverse organizzazioni e con il sostegno dei cittadini che vorranno sottoscriverlo sui siti delle varie associazioni. A questo atto potrebbe far seguito l’avvio di una campagna europea per una legge di iniziativa popolare – secondo la procedura prevista dal Trattato di Lisbona – a difesa dell’autonomia dell’informazione.
A Conselice è prevista notte bianca della Fnsi, dell’Associazione di Stampa dell’Emilia-Romagna, dell’Anpi e dell’amministrazione cittadina. Nel comune del Ravennate c’è l’unico monumento italiano alla libertà di stampa.
4) NO ALLE REDAZIONI IPER-VERTICISTICHE
La cosiddetta legge bavaglio sulle intercettazioni prevede sanzioni amministrative (da 25.800 a 310 mila euro) per l’impresa multimediale che viola le norme dell'articolo 684 Cp (pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale). Da tali sanzioni però gli editori - che pure hanno sottolineato, in più di una circostanza, i pericoli derivanti dallo snaturamento di un corretto rapporto tra editore, direttore e redazione - verrebbero risparmiati se dimostrassero di aver adottato nelle loro redazioni un modello organizzativo che implichi il funzionamento di una catena di comando efficace nei controlli dei testi messi in pagina o mandati in onda. Il CN della Fnsi individua con allarme nella nascita di tali ‘strutture di comando un ulteriore, inaccettabile tentativo di rendere ancor più assolutistiche, iper-verticistiche e accentrate le attuali organizzazioni redazionali a tutto danno della qualità del prodotto, della fluidità produttiva, del quotidiano confronto, della libertà di espressione. Appare evidente il sapore intimidatorio e poliziesco di manipoli di redattori organizzati in task force e equipaggiati come una sorta di “gruppi armati” dotati di poteri tali da tenere sotto schiaffo chiunque scriva, racconti o pensi invece di ubbidire in silenzio ai diktat del momento. Il CN della Fnsi denuncia che l’imposizione di tali norme nulla ha a che fare con la tutela della privacy e ad altro non mira che a consentire agli editori di accentuare fino a limiti parossistici il già ossessivo controllo politico sulle notizie. Il contratto collettivo di lavoro giornalistico prevede che il giornale sia un’opera collettiva da non gestirsi come una caserma. Il CN della Fnsi denuncia che tali norme servono anche a consentire agli editori di sfilarsi da ogni paventata assunzione di responsabilità, scaricando il peso del rischio-sanzioni unicamente sui giornalisti e sul loro quotidiano lavoro.
5) SEMINARIO SUL CONTRATTO AERANTI-CORALLO
Il Dipartimento Formazione della Fnsi, in collaborazione con l’Inpgi e l’Aser, organizza per il prossimo 7 luglio a Bologna un seminario sul contratto AerantiCorallo.
L’iniziativa – i cui lavori impegneranno l’intera giornata dalle 10,30 alle 17 – si terrà presso la SALA MAGGIORE del CAFFE’ DELLA CORTE, convivio VILLANI, in Corte Isolani 5/B (nel centro storico di Bologna a pochi metri dalla sede dell’Aser). Ai lavori parteciperanno il Segretario Generale della Fnsi, Franco Siddi, il Presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese, il Direttore della Fnsi, Giancarlo Tartaglia, il responsabile dell’area contrattuale AerantiCorallo della Fnsi, Marco Gardenghi, il consigliere di amministrazione del Fondo di previdenza integrativa, Giovanni Rossi, un collega dirigente della Casagit.