Un Paese sempre meno libero: dai ministri l'ok al bavaglio
"Chi vuole mettere il bavaglio alla stampa è riuscito a completare l'opera. Dopo l'ok del Parlamento a
inizio anno, la norma Costa entra nel Codice di procedura penale. Il via libera di ieri in Consiglio dei
ministri allo schema di decreto legislativo di modifica all'articolo 114, che impone il divieto di
pubblicazione del testo dell'ordinanza di custodia cautelare, finché non siano concluse le indagini
preliminari o fino al termine dell'udienza preliminare, è una brutta notizia per i giornalisti e ancor più
brutta per i cittadini, che non potranno conoscere per mesi fatti di rilevante interesse pubblico". Lo
afferma Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi.
"Il governo italiano – prosegue – usa due pesi e due misure: nei confronti dei balneari fatica a recepire
una direttiva del 2006, la Bolkestein, nel caso dei giornalisti è riuscito ad approvare per ben due volte
la direttiva sulla presunzione di non colpevolezza, prima con la riforma Cartabia e infine con la modifica
al Codice di procedura penale".
"Il sindacato dei giornalisti – conclude Costante – continuerà la sua lotta per il diritto di informare ed
essere informati, sempre più minacciato da leggi bavaglio, conferenze stampa a senso unico, politici
che parlano attraverso video autoprodotti, querele fatte per bloccare l'attività dei cronisti. Leggi
liberticide, incertezza occupazione, stipendi bloccati da dieci anni e compensi da fame per i freelance
stanno rendendo questo Paese meno democratico. Su questi temi chiediamo all'Europa di non
spegnere il faro acceso nei mesi scorsi".