Fnsi: «Liste di proscrizione, un rischio per la democrazia»
«Il concetto dei “giornalisti anti Meloni” ricorda fin troppo da vicino le liste di proscrizione, una pratica
inaccettabile che, purtroppo, ci riporta ancora al punto di partenza: la deriva illiberale che qualcuno
vorrebbe far imboccare all’Italia. Come se per fare il proprio mestiere un giornalista dovesse indossare
una casacca o farsi mettere un guinzaglio. L’unico obiettivo del giornalista invece deve essere quello di
informare liberamente, difendere la libertà di stampa e la dignità del giornalismo», sostengono la
segretaria generale della Fnsi Alessandra Costante e il presidente Vittorio di Trapani.
«Il report Ue sullo stato dell’Unione e il rapporto del consorzio Mfrr non fanno altro che fotografare
episodi avvenuti negli ultimi mesi in Italia e che sono stati sotto gli occhi di tutti, compresa l’Unione
europea. Non è addossando la responsabilità di quel rapporto al lavoro di alcuni colleghi più sensibili di
altri al tema della libertà di stampa, che la politica può sottrarsi dal confronto su ciò che sta accadendo
nel Paese, in Rai o anche nelle procedure per vendita dell’agenzia Agi», proseguono Costante e Di
Trapani.
La Fnsi denuncia il rischio concreto che liste di proscrizione, «di cui mai si è avuta notizia nelle
democrazie più forti come Francia, Spagna e Germania o i Paesi del nord Europa», possano trasformarsi
in un rischio per l’incolumità personale dei colleghi additati come “giornalisti anti-Meloni”. E anche
questo caso sarà portato all’esame dell’Osservatorio sulle intimidazioni ai giornalisti che si riunirà in
settimana al ministero degli Interni.