FNSI e AARRSS: "Da editore ennesimo attacco ai colleghi dell'agenzia DIRE"
"Contestazioni disciplinari nel giorno di sciopero. È l'ennesimo attacco ai giornalisti della Dire - si legge in una nota a firma della Federazione Nazionale della Stampa e di tutte le Associazioni regionali - che dopo
i licenziamenti illegittimi di dicembre, le sospensioni illegali dal lavoro di gennaio, gli stipendi pagati a
singhiozzo da anni, finiscono ancora una volta sotto attacco da parte dell'editore Stefano Valore.
Una situazione inaccettabile che come sindacato condanniamo chiedendo un intervento da parte del
Dipartimento dell'editoria, perché non si può permettere che nel settore editoriale ci siano aziende che
continuano ad operare calpestando i diritti dei propri dipendenti.
Oggi i giornalisti dell'agenzia di stampa Dire sono di nuovo in sciopero, una protesta decisa
dall'assemblea di redazione venerdì scorso per solidarietà nei confronti dei grafici dell'agenzia stessa,
alle prese con una procedura di licenziamento. Questa mattina i giornalisti hanno ricevuto una
contestazione disciplinare per avere venerdì superato le 10 ore annuali di assemblea per il 2024
interrompendo così le trasmissioni dell'agenzia. La lettera è stata ricevuta da tutti anche da chi, in
malattia o impegnato in particolari servizi, non ha partecipato all'assemblea.
Intanto, ricordiamo che il nostro contratto di lavoro, firmato anche dalla Fieg alla quale aderisce la Dire,
non prevede limiti alle ore di assemblea. Poi, riteniamo che la contestazione non sia stato altro che un
tentativo maldestro di spaventare i giornalisti, inducendoli a non partecipare allo sciopero.
Purtroppo in questa azienda gli atti contrari alle normative sul lavoro e gli attacchi ai dipendenti sono
sempre all'ordine del giorno: come sindacato continueremo quindi ad affiancare i giornalisti in ogni
sede con l'aiuto dei nostri legali, perché editori che si comportano in questo modo sono un pericolo per
tutto il settore, che invece avrebbe bisogno di investimenti e idee per un rilancio finalizzato a uscire da
una durissima crisi".