Sciopero giornalisti RAI: la solidarietà di FNSI e di tutta la stampa
"Quando non si hanno contenuti, la si butta sull’accusa stantia di fare politica e di far circolare fake news, un’accusa gravissima nei confronti di tutti i giornalisti e le giornaliste della Rai, che punta a screditare un’intera categoria. Si mettono in fila argomenti, questi sì, che non reggono alla prova dei fatti:
1- l’azienda sta già riducendo gli organici non sostituendo le uscite per pensionamento.
2- alle selezioni pubbliche preferisce le chiamate dirette per le prime utilizzazioni in rete.
3- intanto però nega il riconoscimento del giusto contratto a decine di precari della cosiddetta fase 2.
4- la proposta aziendale sul premio di risultato sottrae ai giornalisti una parte economica riconosciuta invece agli altri dipendenti.
5- su censure e bavagli, basta leggere i giornali italiani e internazionali delle ultime settimane. A proposito, che fine hanno fatto i “provvedimenti drastici” annunciati dall’Ad dopo il caso Scurati?
Infine, chi sottrae tempo all’informazione ancora una volta è l’azienda: l’Usigrai si attiene alle regole con un comunicato di 1 minuto, la protervia aziendale impone una replica che dura il doppio".
Questo l'ultimo comunicato dell'USIGRAI, sindacato dei giornalisti del servizio pubblico, in risposta alla replica dell'azienda. Era circolato, infatti ieri, il videocomunicato dei giornalisti in cui si spiegavano agli utenti le motivazioni dello sciopero indetto per oggi, lunedì 6 maggio 2024, il primo dopo parecchio tempo, ma doveroso per protestare contro le scelte del vertice aziendale che accorpa testate senza discuterne col sindacato, non sostituisce coloro che vanno in pensione e in maternità, senza selezione pubblica per nuove assunzioni e senza stabilizzare i precari, taglia la retribuzione cancellando il premio di risultato. Il tutto senza trascurare la censura del monologo di Antonio Scurati sul 25 Aprile, che i vertici Rai, in evidente difficoltà, hanno cercato di trasformare in una mera questione economica. "Preferiamo - hanno ribadito i giornalisti e le giornaliste della RAI - perdere uno o più giorni di paga che perdere la nostra libertà, convinti che la libertà e l'autonomia del servizio pubblico siano un valore di tutti. E la Rai è di tutti". I vertici del servizio pubblico hanno pensato bene di rispondere con un videocomunicato ben più lungo di quello dei giornalisti e soprattutto muovendo accuse gravi e offensive per tutta la categoria. Fra le altre cose taccia l'USIGRAI di scioperare per "motivazioni ideologiche e politiche che nulla hanno a che vedere con i diritti dei lavoratori" e di "promuovere fake news che generano danno d'immagine all'azienda".
Sulle gravi accuse intervengono anche Alessandra Costante e Vittorio di Trapani, segretaria generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana: "Cento anni fa - rilevano - i giornalisti non potevano dare notizia dei furti di bicicletta. Oggi le notizie non allineate diventano fake news. La Fnsi ritiene offensivo il contenuto del videocomunicato che il vertice della Rai ha voluto diffondere in risposta al documento, letto dai colleghi, con cui l'Usigrai accompagna lo sciopero indetto per oggi".
Per Costante e Di Trapani, "accusare centinaia di colleghi di diffondere fake news per danneggiare l'azienda è un atto gravissimo oltreché un'operazione di distrazione di massa per occultare ciò che sta davvero accadendo nel servizio pubblico. Così come è puerile, parodia di Peppone e Don Camillo, bollare come politiche e ideologiche le rivendicazioni sindacali, salariali e contrattuali. Sono decine - incalzano i vertici della Fnsi - i giornalisti che da anni, con contratti reiterati, lavorano nei programmi di approfondimento giornalistico senza avere però il contratto giornalistico. E l'azienda si rifiuta di riconoscere loro il giusto contratto. Questa non è una fake news, è verità sotto gli occhi di tutti".
Così come "è stato sotto gli occhi di tutti, in Italia e nel mondo, il maldestro tentativo di censurare il monologo di Antonio Scurati sul 25 Aprile. Ultimo episodio di un clima asfissiante per la libertà dell'informazione in Rai. La Fnsi - concludono segretaria generale e presidente - è al fianco dei colleghi della Rai e appoggia le rivendicazioni di Usigrai che hanno portato allo sciopero di lunedì 6 maggio".
Completa solidarietà all'USIGRAI e a tutti i colleghi della RAI è stata espressa dai Cdr italiani a nome di tutti i colleghi mentre le testate si stanno occupando della grave situazione in atto. Il quotidiano "La Repubblica" nell'edizione odierna e in prima pagina ha evidenziato la situazione con un titolo significativo: "Rai, guerra al sindacato".