Collaboratore del Mattino fermato a Padova, Fnsi e Cnog chiedono incontro a Piantedosi
Un'altra ferita all'articolo 21 della Costituzione e alla libertà di Stampa. Il caso del collaboratore del
Mattino di Padova, "prelevato" mentre stava documentando un'azione degli attivisti di Ultima
Generazione e trattenuto per ore senza avere la possibilità di mettersi in contatto con la redazione o la
famiglia, esige spiegazioni al massimo livello. Fnsi e Cnog sono al fianco del collaboratore e della
redazione del Mattino.
Come giustificazione non si può accettare quella del mero errore. La vicenda di Edoardo Fioretto ricorda
troppo da vicino un altro caso: a Messina, all'inizio di novembre, un altro giornalista che stava
documentando le azioni di Ultima Generazione era stato fermato e portato in questura, sottoposto a
perquisizione e trattenuto alcune ore.
"Non crediamo alle coincidenze, i due casi sono sovrapponibili. È evidente invece il tentativo di
intralciare il lavoro di chi fa informazione. Una deriva pericolosa, da stato di polizia e non degna di una
democrazia antica come quella italiana", affermano il presidente dell'Ordine dei Giornalisti Carlo Bartoli
e la segretaria generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, Alessandra Costante.
"Chiediamo un incontro urgente al ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi e garanzie che il diritto di
cronaca venga sempre garantito, anche dalle forze dell'Ordine".
Quanto al caso di Edoardo Fioretto, Fnsi e Ordine nazionale colgono l'occasione per richiamare le
aziende e i direttori al rispetto del contratto e della deontologia, ricordando che gli aspiranti giornalisti
non possono essere messi in condizione di rischiare in prima persona, senza la copertura data
dall'iscrizione all'Ordine, occupandosi di cronaca nera o di argomenti pericolosi e scivolosi.