Norma Costa, FNSI in Senato
"La Federazione nazionale della Stampa italiana ritiene non solo che il divieto di pubblicazione - anche
solo per estratti - del testo dell'ordinanza di custodia cautelare non abbia nulla a che vedere con il
rafforzamento del principio di presunzione di non colpevolezza, ma che una tale norma sia fortemente
limitativa del diritto di informare e di essere informati". Lo ha ribadito oggi la segretaria generale della
Fnsi, Alessandra Costante, nel corso di un'audizione in commissione Politiche dell'Unione europea del
Senato sul disegno di legge di Delegazione europea che contiene la norma, già approvata dalla Camera
su proposta dal deputato di Azione Enrico Costa, contro la quale il sindacato dei giornalisti ha mobilitato
la categoria.
"La norma Costa – ha scandito Costante – è solo l'ultimo di una serie di interventi legislativi che di fatto
limitano non solo il diritto-dovere di cronaca dei giornalisti, ma anche e soprattutto il diritto dei cittadini
ad essere informati. Inoltre, il cosiddetto 'emendamento Costa' non riporta, come sostiene qualcuno,
alla situazione precedente alla riforma Orlando del 2017, poiché pone un esplicito divieto di non
pubblicazione, per intero o per estratto, del testo dell'ordinanza".
Per la segretaria generale, accompagnata in audizione dal presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, "la
posta in gioco non è tra la notizia e il suo occultamento. La vera posta in gioco è tra il dare una notizia
oggettiva, proveniente da un organo terzo, qual è il giudice, e il darla attraverso una esegesi o un sunto
del giornalista, che può risultare parziale, incompleto, non oggettivo".
Il presidente Di Trapani ha aggiunto che "è nostra convinzione che le garanzie vengano assicurate da
una maggiore trasparenza. Per garantire imputati e indagati i giornalisti devono poter dare più
informazioni e non meno".
"Il rischio è che le norme allo studio, dalla riforma della diffamazione, alla stretta sulle intercettazioni,
al divieto di pubblicazione delle ordinanze, aggiungendosi alla riforma Cartabia, portino a quello che in
più occasioni la Corte europea dei diritti dell'uomo ha bollato come un chilling effect capace di far calare
il buio sull'informazione. La Federazione nazionale della Stampa italiana – ha concluso la segretaria
generale Costante – esprime le più forti preoccupazioni verso questo e altri tentativi di riforma che
vedono nella libertà di informazione un pericolo da arginare e non un bene pubblico da tutelare".