Sigim e FNSI al fianco dei colleghi della Dire
Sigim e Fnsi al fianco dei giornalisti e delle giornaliste della Dire. Per i colleghi dell'agenzia l'ennesima giornata di sciopero, con sit-in davanti alla sede della redazione romana, per chiedere all'azienda di ritirare i 14 licenziamenti e fermare le 17 sospensioni.
Il Sigim segue questa complicata vertenza dal primo giorno con il segretario Piergiorgio Severini.
Altro punto: non possono arrivare fondi pubblici a chi licenzia. Anche l'Usigrai, in questo senso, è vicina ai colleghi della Dire ed ha rimarcato come "il Governo in queste condizioni li abbia correttamente bloccati" e per questo chiede "all'editore di ritirare licenziamenti e sospensioni, unica strada per riaprire un dialogo con il governo e dare un futuro a colleghe e colleghi dell'agenzia Dire".
La politica si è mobilitata. Il Partito Democratico ha presentato una interrogazione alla Camera, a firma di Andrea De Maria, Piero De Luca e Piero Fassino con cui si chiede quali iniziative "intenda assumere il Governo per favorire la continuità aziendale e la salvaguardia del posto di lavoro per tutti i dipendenti e come intenda agire per consentire la erogazione dei finanziamenti pubblici sospesi, nonché l'accesso ai bandi 2024". Al sit-in presente il presidente del M5s, Giuseppe Conte: "Ci batteremo e siamo affianco alle lavoratrici e lavoratori della Dire - ha sottolineato -e ci batteremo affinchè questa testata possa avere un futuro stabile e certo e possa potenziare anzi la sua mission che è quella di una informazione libera e indipendente e ci batteremo anche affinchè le altre testate possano conservare questo".
"Paghiamo per colpe non nostre ed è evidente che a queste condizioni è difficile andare avanti - è stata la posizione ribadita dall'editore dell'agenzia Dire, Stefano Valore - Mi auguro, dunque, ci sia comunione di intenti - istituzioni in primis - nel voler sbloccare celermente questa situazione di stallo, per noi drammatica".