RIPRESA DEL CALCIO A PORTE CHIUSE SIA RIVISTO IL PROTOCOLLO PER L'ACCESSO DELLA STAMPA
Il calcio deve ripartire per tutti. Anche per gli operatori dell'informazione, giornalisti e foto-videoreporter, che stanno pagando a caro prezzo oltre tre mesi di inattività.
Questa mattina è tornata a riunirsi su piattaforma on line la Conferenza nazionale dei presidenti dei Gruppi regionali dell'Unione Stampa Sportiva Italiana (USSI). Nel corso della riunione, che ha visto la partecipazione di tutti i 19 presidenti di Gruppo (la Valle d’Aosta è accorpata al Gruppo Subalpino), è stata sottolineata l'importanza del dialogo avviato dall’USSI con i vertici di Federcalcio e Leghe: segno di attenzione ai problemi e alle richieste della categoria, a salvaguardia della pluralità dell'informazione, nel rispetto dei principi sanciti dalla Costituzione.
Nell’esprimere l’apprezzamento per il ruolo attivo svolto dalla presidenza USSI nel recepire le istanze di tutti i colleghi che operano nei vari settori dell'informazione sportiva, la Conferenza dei presidenti ha deciso di affidare ai propri rappresentanti nazionali, alla Federazione della Stampa italiana e all'Ordine dei Giornalisti il compito di ribadire con forza che i numeri attualmente garantiti dal Protocollo per il Calcio (20 giornalisti, videoreporter compresi) sono largamente insufficienti e invita Governo, Federcalcio e Leghe a consentire accessi meno restrittivi ad un numero più congruo di colleghi per assicurare loro l'esercizio del diritto al lavoro. Tutto ciò anche in considerazione dell’attenuarsi del fenomeno pandemico, che ha portato e sta portando ad un allentamento delle misure cautelari, un po’ in tutte le attività, peraltro senza abbassare la soglia di attenzione.
Infine, a mio modo di vedere, resta auspicabile l’apertura di un confronto anche per quanto attiene ad altri sport che stanno provando a ripartire, come nel caso di motociclismo, automobilismo e ciclismo, tanto per citarne alcuni.
Andrea Carloni
Presidente Ussi Marche
Calcagno (presidente USSI Piemonte): «Preoccupati per l’agibilità dei giornalisti negli stadi»
Federico Calcagno, durante un programma radiofonico, ha messo in evidenza la richiesta di modificare l’attuale protocollo aumentando il numero dei giornalisti e fotografi presenti negli stadi per le partite di Serie A.
«Siamo preoccupati - ha detto il presidente - perché il calcio deve ripartire a tutti i livelli, non solo in Serie A. L’altro giorno c’è stata una riunione tra Gravina e i vertici della categoria dei giornalisti nel quale è stata ribadita l’eccessiva ristrettezza del protocollo, con una presenza insufficiente della stampa negli stadi italiani. Gravina ha condiviso le nostra esigenze, promettendo che tra una settimana incontrerà il ministro Spadafora e verificherà la possibilità di allargare un po’ le maglie del protocollo, anche per garantire e salvaguardare la pluralità dell’informazione».
Ripresa dei campionati di calcio: Fnsi, Ordine e Ussi incontrano il presidente Figc Gravina
In vista della ripartenza dei campionati di calcio, il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha incontrato oggi il segretario generale della FNSI, Raffaele Lorusso, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna, accompagnato dal segretario Guido D’Ubaldo, e il presidente dell’USSI,
Luigi Ferrajolo.
Nel protocollo definito dalla Federcalcio con il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora è prevista negli stadi per ogni partita una presenza della stampa esigua e del tutto insufficiente: 20 posti per giornalisti della carta stampata, dei siti web e per i fotografi, più altri 20 per le radiotelevisioni titolari dei diritti. Il presidente Gravina ha condiviso le preoccupazioni espresse da tutti e che avevano spinto l’Ussi a chiedere l’incontro, riconoscendo l’esiguità dei posti concessi. Per questo ha assicurato che tra una settimana, quando incontrerà il ministro per verificare la possibilità di rendere meno restrittivo l’attuale protocollo, definito quando la situazione sanitaria era ancora molto critica, si batterà per far sì che vengano tenute presenti le esigenze della stampa. L’evoluzione della pandemia dovrebbe, infatti, consentire una attenuazione delle attuali misure troppo restrittive.
Lorusso, Verna e Ferrajolo ne hanno preso atto, sottolineando, però, la necessità inderogabile di garantire un’informazione pluralistica e il diritto-dovere di informare esaurientemente su una disciplina e un settore importanti per il Paese, tutelando l’attività di giornalisti, fotografi e operatori, dipendenti e freelance, duramente colpiti dall’emergenza sanitaria.
Dopo l’incontro con il ministro dello Sport, il presidente Gravina farà il punto in un nuovo incontro con il Sindacato e l’Ordine dei Giornalisti.