Paesi del sisma senza giornali, il Sigim a fianco delle comunità per il diritto all’informazione
Dopo il sisma del 2016, nonostante la delocalizzazione delle piccole attività e quindi anche le edicole, le copie cartacee dei giornali non arrivano più a Visso, Ussita, Castelsantangelo sul Nera nel maceratese e ad Arquata del Tronto, nell'ascolano. Stando a quanto riferiscono gli stessi titolari delle edicole il distributore "Adriatica Press" di Pescara, avrebbe dichiarato di non avere più convenienza a portare le copie in questi piccoli comuni montani, dove, in alcuni casi, come ad Arquata del Tronto, i residenti dopo il sisma sono dimezzati e non ci sono più i proprietari delle seconde case, uno dei motori più importanti per la piccola economia della montagna. La viabilità, ancora precaria per i lavori in corso, ha inciso negativamente in quanto gli stessi centri non possono più contare sul giro economico di passaggio. Come accade ad esempio a Castelsantangelo sul Nera rispetto ai lavori ancora in corso sulla strada provinciale, la cosiddetta “Pian Perduto”, il collegamento con Castelluccio. I giornali si fermano a Pievetorina, nel maceratese e ad Acquasanta Terme nell'ascolano. Da quanto si apprende i sindaci sono a conoscenza del problema, così come la Regione Marche e il sottosegretario Crimi, che prima di assumere proprio la delega al sisma era, ed è, anche sottosegretario all'editoria. Non è chiaro chi debba accollarsi la spesa per la distribuzione delle copie e a quanto in effetti dovrebbe ammontare. Punto fermo: non è un costo che può finire a carico dei piccoli edicolanti, uno a Castelsantangelo e uno a Visso che tra tante difficoltà hanno coraggiosamente riavviato le attività in “nuovi villaggi”, quelli delle sae mentre le paratie delimitano ancora le zone rosse destinate al lungo percorso delle perimetrazioni. C’è la dimensione economica ma soprattutto c’è il diritto delle comunità all’accesso all’informazione nella forma cartacea, tenuto conto che la popolazione anziana, in alcuni dei paesi terremotati, sfiora punte del 30%. Il paradosso è che l’informazione viene a mancare laddove ce n’è più bisogno in questa fase peraltro ancora di formale emergenza. Per questo anche il Sigim, il sindacato dei giornalisti delle Marche che è sempre dalla parte dei colleghi, si schiera a fianco delle comunità e chiede soluzioni per tutelare il diritto all’informazione delle persone nei paesi del sisma. Già un anno fa uno dei residenti delle sae di Castelsantangelo sul Nera, Giulio Lattanzi, aveva lanciato un appello attraverso una lettera aperta alla Fieg, alla Fnsi, all’Ordine dei Giornalisti, all'Associazione Nazionale Distributori Stampa per reclamare il servizio e "la garanzia al diritto all'informazione" sancito dalla Costituzione.