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05/02/2008 regionali

"il Resto del Carlino" nelle Marche

Giovedì 14 Febbraio 2008 alle ore 17.30
Aula del Rettorato Università Politecnica delle Marche, piazza Roma 22 (g.c.)
Presentazione del libro di Lucio Martino
“Il Resto del Carlino nelle Marche” (1885-2007). Gli uomini, la storia
Affinità Elettive edizioni
Interverranno oltre all’autore, il professore Antonio Luccarini e il presidente dell'Ordine dei Giornalisti delle Marche, Gianni Rossetti. Moderatrice: dottoressa Valentina Conti


Il libro racconta la storia in chiave marchigiana (scritta anche sulla base di testimonianze e documenti inediti) del prestigioso quotidiano bolognese e di riflesso ripercorre la storia e le trasformazioni dell'attività giornalistica dopo l'Unità d'Italia fino ai giorni nostri.
Dal giorno della fondazione, il 21 marzo 1885, “il Resto del Carlino” è legato a doppio filo alle Marche. Uno dei quattro fondatori è stato infatti un avvocato di Senigallia, Giulio Padovani, che ebbe l'idea di battezzarlo con quello “strano nome”, unico nel panorama della stampa internazionale.
C'è poi un aspetto non secondario che viene sottolineato nel libro. Il “Carlino” è stato il primo tra i giornali nazionali a dare spazio alle cronache locali. L'intuito fu dell'unico direttore responsabile del giornale nato nelle Marche. Si tratta di un altro avvocato, questa volta di Ancona, di nobili origini, vale a dire del conte Giovanni Enrico Sturani, coetaneo di Luigi Albertini. Sturani nel 1910 diede il via all'edizione delle Marche ed Umbria creando un ufficio di redazione ad Ancona. Quella prima edizione interregionale, antesignana delle altre cronache provinciali che si alternarono fino al secondo dopoguerra, fu affidata ad un giornalista senigalliese, Rodolfo Gabani.
Dal 1947 l'anno della svolta. Le cronache locali del “Carlino” usciranno regolarmente nelle edicole per raccontare giorno per giorno fatti di cronaca, di costume, di economia, di politica, di sport di una società, come quella marchigiana, in continua e rapida evoluzione.
Un ruolo molto importante fu svolto dal dopoguerra da Mario Pancioni ad Ancona e da Alessandro Grossi a Pesaro e successivamente da un forte stuolo di valenti giornalisti che hanno dato prova di grande professionalità, contribuendo in maniera determinante all'affermazione della testata.
Il libro di Martino si apre con una prefazione di un noto professionista marchigiano, quel Giancarlo Liuti tra i più apprezzati commentatori e critici dello stesso quotidiano.

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