Si è spento Bruno Squarcia, decano dei cronisti
ASCOLI PICENO - È morto oggi ad Ascoli Piceno Bruno Squarcia, decano dei giornalisti marchigiani. Ne dà notizia l'Ansa. Squarcia, 105 anni compiuti lo scorso 17 luglio, era da tempo ospite dell'istituto Santa Marta ad Ascoli dove si è spento serenamente oggi. Nel 1930 il primo articolo per il Messaggero, ad Acquasanta Terme, su una corsa ciclistica. Ha poi lavorato per Il Tempo, anche durante la guerra, la Gazzetta dello Sport, di cui è stato corrispondente per 42 anni e il Resto del Carlino dove il suo ultimo articolo è uscito alla fine del 2018, a 103 anni di età. Numerosi gli scoop: dalla scoperta della Dama bianca, la donna di Fausto Coppi, che Bruno Squarcia svelò in un articolo del 1953 durante una corsa a Belmonte Piceno, agli attacchi d'ira di Claudio Villa placati con le olive all'ascolana, dall'incontro con il maresciallo Badoglio al salvataggio dell'Ascoli Calcio - come riporta l'Ansa - grazie al suo amico Cino Del Duca, chiamato da Parigi, passando per le prime uscite canore di Mina nel 1958 a San Benedetto.
Lo ricordiamo come "cronista da marciapiede" raccogliendo le parole dal libro di Raffaele Vitali (D'Auria Editrice):
Bruno non conosce il riposo, non sa cosa sia il silenzio. Bruno indaga, chiede, osserva, verifica e alla fine scrive. Bruno aveva 14 anni quando si trovò a seguire la prima corsa ciclistica, primo articolo di una lunga storia d'amore tra lui e la carta stampata. Oggi, a 98, non si ferma. Ha fame di notizie, le cerca, le approfondisce, ma soprattutto le racconta. "Il giornalista deve stare in mezzo alla gente, deve camminare per strada; il giornalista, per potersi definire tale, deve stare sul marciapiede. E io lo faccio da 80 anni". Perché la professione, racconta il protagonista nel libro dialogando con l'amico collega Raffaele, è una cosa seria. Non si può lavorare stando fermi davanti a un computer. Non secondo Bruno, questo piccolo uomo che sogna in grande. Da sempre, forse ancora prima di nascere: "Padre giornalista, fratelli giornalisti, la notizia mi scorre nel sangue". Da un secolo. Da quando si dettavano i pezzi al telefono, da quando Badoglio passeggiava per Ascoli Piceno e le case chiuse erano ancora aperte. "Da sempre e per sempre - conclude Bruno - io sono il cronista da marciapiede".