Precariato e sfruttamento: dignità del lavoro per salvare Inpgi
Difendere il lavoro per salvare la professione giornalistica. Contrastare il precariato per dare maggiore solidità all’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani. Sono gli obiettivi che si prefigge il Comitato “Dignità delle persone, dignità del lavoro”, promosso da un gruppo di giornalisti precari con l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni sulla necessità di dare un futuro di diritti e di certezze a migliaia di giornalisti costretti a lavorare senza alcun riconoscimento e con retribuzioni vergognose.
Il nostro appello è rivolto innanzitutto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affinché dall’alto del suo magistero richiami il Governo e il Parlamento a rivolgere l’attenzione, con l’adozione di provvedimenti mirati.
Comprendiamo l’appello al Capo dello Stato sottoscritto da illustri colleghi in pensione e alcuni direttori per salvaguardare l’autonomia e la sostenibilità dell’Inpgi. Oltre che preoccupazione, dai sottoscrittori di quella petizione ci saremmo aspettati, però, coerenza e un po’ di autocritica. Fra loro, infatti, ci sono giornalisti pensionati che continuano a lavorare senza versare i contributi alla gestione principale dell’Inpgi. Da questo punto di vista, stupisce che chi continua a esercitare la professione, proclamandosi giornalista quando porta in tv esponenti di clan della malavita e artista quando si tratta di pagare i contributi, si preoccupi adesso della situazione dell’Inpgi. Lo stesso discorso vale per i direttori di importanti testate, che utilizzano quotidianamente giornalisti precari, senza porsi il problema dell’esiguità delle retribuzioni e della sostanziale assenza di diritti.
Riteniamo che non ci possa essere previdenza senza lavoro regolare. Per questo ci rivolgiamo al Presidente della Repubblica affinché sensibilizzi Parlamento e Governo ad affrontare e risolvere il problema del precariato e dello sfruttamento nel settore dell’informazione.
ps. Vi invitiamo a firmarlo per dare ancor più forza a questo documento. Per farlo, basta copiarlo-incollarlo e sottoscriverlo in una mail da inviare a segreteria@sigim.it.